Bombe a Pianoro, chi paga? Risponde il sindaco

Un’evacuazione di massa dell’abitato per una bomba, residuato bellico della seconda guerra mondiale. Un’operazione che ha coinvolto, all’inizio di settembre, Pianoro e dintorni e che si è svolta nella massima sicurezza.

Questo grazie ad un lavoro notevole, coordinato dal Comune e dalle forze dell’ordine, di cui abbiamo discusso con il sindaco di Pianoro Gabriele Minghetti.

Sindaco, come sono andate le operazioni di evacuazione?

Le operazioni sono andate benissimo. C’è stata una grande collaborazione da parte delle forze dell’ordine, degli artificieri interessati al brillamento, ma anche di tutta la popolazione interessata dal piano di evacuazione. L’area denominata “danger zone” coinvolgeva infatti più di 7000 persone su una popolazione di circa 17.000: il Paese si è dimezzato. È stata la più grande evacuazione nel nostro territorio. Ringrazio pertanto tutti i volontari, la Protezione Civile ed i dipendenti comunali che hanno partecipato alla buona riuscita di questa operazione

Dal momento che come sappiamo il nostro è un territorio nel quale capita spesso di imbattersi in questi residuati bellici, è interessante sapere come tecnicamente viene fatto brillare un ordigno… Era veramente necessario evacuare tutta la zona?

Lo scavo dove la bomba viene collocata è stato fatto nei giorni precedenti. Si tratta di  uno scavo molto profondo, ricoperto di terreno e sabbia proprio per creare le condizioni del contenimento dell’esplosione. In questo caso, si è trattato di una bomba di 500 libre contenente al suo interno 120 kg di tritolo quindi se immaginiamo un’esplosione del genere, le misure di contenimento e di messa in sicurezza sono quanto mai necessarie. La distanza della Danger zone stata definita dagli artificieri in accordo con la prefettura la questura e quindi si è stabilito in 1,5km il raggio di sicurezza.

Come saranno ripartiti i costi dell’operazione?

Non tutti i costi saranno a carico del Comune. Per esempio gli scavi necessari alla messa in sicurezza del brillamento sono a carico dell’Esercito, le spese relative all’esercito non sono a carico del Comune. I costi del Comune sono costi diretti e indiretti come ad esempio i costi del personale. Questo genere di operazioni si fa di domenica in genere per non creare disagi alle aziende e quindi a tutti coloro che sono operativi va riconosciuto il costo dell’attività lavorativa. C’è una serie di costi indiretti legati ad esempio il trasporto delle persone non autosufficienti che vengono aiutate nell’evacuazione. Per la dimensione dell’evacuazione della bomba inoltre la Protezione civile regionale e l’Anpas hanno messo a disposizione molte risorse che, ovviamente, dovranno essere rimborsate.

 

Pianoro a più voci, il PD sceglie i cittadini old

di Emanuela Torchi

Già il titolo – “Pianoro a più voci” – rende il senso progetto di lavoro che il PD di Pianoro ha messo in campo in previsione delle elezioni amministrative del prossimo anno. Ha deciso di intraprendere un percorso allargato, partecipato, “a più voci”, non solo per verificare le cose fatte, ma, soprattutto, per costruire il futuro di Pianoro.
Si comincia proprio dai bisogni, dalle esigenze delle e dei pianoresi i quali possono liberamente esprimersi durante gli appuntamenti tematici organizzati in maniera dinamica proprio per garantire la massima partecipazione di tutti i cittadini, ognuno con le sue competenze e sogni. L’obiettivo che il PD si pone è quello di scrivere la visione futura del Comune sempre più vicino alla sua comunità in modo plurale e multiforme.
La complessità delle vite dei cittadini pianoresi è stata colta durante le Feste de l’Unità di Carteria e Botteghino grazie alla somministrazione di questionari anonimi e chiacchierate informali che hanno fatto capire che era necessaria una più ampia partecipazione che travalicasse i confini di “appartenenza” politica per giungere al cuore del nostro essere pianoresi.
Il PD ha dovuto superare timori e scetticismi e anche perplessità politiche: il timore di trovare l’inaspettato, lo scetticismo sulla partecipazione e sui contributi, le perplessità politiche su condizionamenti o presenze di esponenti populisti e di destra. Ma una volta individuata la nostra cornice valoriale – pari opportunità, giustizia sociale, inclusione, ecc. – e i principi cardine del nostro operato politico – la nostra Costituzione, la Carta dei Diritti umani e l’Europa – è stato più facile accettare di aprirsi alla novità di questo percorso.
Da queste premesse ci siamo attrezzati per cominciare il percorso partecipato “Pianoro a più voci” avvalendoci di esperti che operano da anni per le istituzioni (comuni, province, regioni) e che hanno accettato la nostra sfida, quella di coadiuvare il Partito Democratico di Pianoro in un percorso di ascolto dei bisogni, di formulazione di richieste, di esplicitazione di obiettivi.
Una sfida audace per un obiettivo alto e importante: il bene della nostra comunità che è al contempo persone, relazioni e luoghi. Tenere insieme le appartenenze a luoghi, a storie e a relazioni fa di “noi di Pianoro” un tratto distintivo da custodire e coltivare ora e per il domani.
Se un assolo può portarci stupore un concerto di voci e suoni arricchisce il cuore e la mente.