Intervista ad alcuni commercianti di Pianoro

Massimo Bena e sua moglie Giulia, Trattoria Da Massimino a Pianoro

Perché avete scelto di vivere a Pianoro?

Massimo: prima di arrivare a Pianoro ho lavorato in giro per l’Italia, il ristorante “Vanes” a Livergnano, gestito dal 2009 al 2013, è stata la prima esperienza come attività in proprio, avevamo una bella cucina e un’enorme veranda. Siamo arrivati a Pianoro grazie al Comune che ci ha cercati per chiederci di venire ad aprire un ristorante qui nel nuovo centro: è nato “Da Massimino”; senza l’aiuto del Comune forse non saremmo riusciti a venire qui, abbiamo fatto una scommessa assieme all’amministrazione che ha creduto in noi. Scommessa vinta!

Giulia: io abito a Rastignano da quando avevo 18 anni, Massimo è arrivato a Pianoro per amore, e assieme abbiamo avviato la nostra attività lavorativa e abbiamo scelto Pianoro .

Perché state bene a Pianoro? Cosa vi piace del Comune?

La qualità di vita di Pianoro ha fatto sì che comprassimo l’attività qui, per noi che abbiamo dei bambini è un territorio impagabile. Del nostro Comune ci piace il poter vivere circondati dal verde, è una città a misura d’uomo, c’è tutto quello che cerchi, non manca quasi nulla e anzi offre molti servizi.

Cosa vi piacerebbe che facesse di più il Comune in termini di servizi?

Secondo noi quel che manca è il controllo sui ragazzini un po’ più vivaci, più educazione civica rivolta ai ragazzi, più controlli da parte delle forze dell’ordine; mi piacerebbe che il nuovo centro fosse mantenuto più pulito. Vorremmo inoltre un servizio pubblico più attivo, attraverso un incremento delle corse di treni e autobus perché dopo le 7 di sera non ci sono più corse.

Il 26 maggio si vota per il rinnovo della carica di Sindaco e dell’amministrazione comunale, cosa vi aspettate da queste elezioni?

Vorrei un sindaco più presente. Ultimamente, per esempio, hanno tolto molti giochi al parco.

Beniamino Baleotti, proprietario Atelier Il Re della Sfoglia, piazza dei Martiri a Pianoro

Come mai ha scelto di aprire la sua attività a Pianoro?

Abito sulle colline di Pianoro con la mia famiglia da più di 30 anni, è un posto magnifico dove stare in maniera comoda e sana; ho deciso di aprire qui la mia attività perché innanzitutto a Pianoro mancava un pastificio e poi perché è importante mantenere e dare continuità alla tradizione bolognese e alle nostre arti; ormai si trovano solo prodotti industriali, il prodotto fatto al mattarello come si faceva una volta è difficile da trovare. L’idea ha funzionato molto, in più, avendo la vetrina proprio sulla piazza del paese la gente che passa si ferma incantata a guardare quest’arte della pasta fatta al mattarello; mi sembra davvero una cosa buona aver potuto aprire un negozio in piazza, dopo un anno la gente è contenta e io sono soddisfatto.

Si trova bene a Pianoro? C’è qualcosa che le piace particolarmente del Comune e del territorio?

Sì, a Pianoro si sta bene, mi piace molto il territorio collinare, il verde, la vivibilità e anche la sicurezza; la parte nuova del centro ha dato sicuramente un tocco in più al paese, anche per i giovani e per una rinascita generale del Comune.

C’è qualcosa che le piacerebbe venisse fatto dal Comune su Pianoro, qualche idea in particolare che le piacerebbe venisse realizzata dalla futura amministrazione comunale?

Mi piacerebbe che venissero incentivati nuovi progetti per il mantenimento delle tradizioni dei nostri territori ma che allo stesso coinvolgessero le giovani generazioni, sia come clienti che come imprenditori, magari agevolando l’imprenditoria giovanile: progetti che sponsorizzassero maggiormente le attività presenti sul nostro territorio favorendo il turismo enogastronomico, cercando di spingere sulle nostre aziende locali, raccontarle e cercare di fare più aggregazioni fra i vari produttori locali con ristoratori e negozianti. Mi piacerebbe anche organizzare un “festival della sfoglia” coinvolgendo le eccellenze della pasta fatta in casa nel bolognese e anche quelle italiane per portare la sfoglia in strada.

Massimo di Lucca , Tabaccheria della Piazza, piazza dei Martiri a Pianoro

Come mai ha scelto Pianoro?

Mi sono trasferito a Pianoro con i miei genitori nel 1981; ho scelto di continuare a vivere qui perché è un paesino accogliente dove si vive bene e anche ben servito dai mezzi pubblici, inoltre ho trovato lavoro qui e per questo ho deciso di non spostarmi.

Perché sta bene a Pianoro?

La qualità della vita è abbastanza buona e andare a cercare altrove quello che posso trovare a Pianoro non aveva senso anche perché avere il lavoro vicino a casa è impagabile.

Quando ha deciso di trasferire la sua attività commerciale da Carteria avrebbe potuto fare un’altra scelta e andare verso Bologna: ha scelto di rimanere nel Comune di Pianoro.

Sì, la scelta è stata dettata dal fatto della vicinanza a casa e dalla possibilità di poter rilavare una tabaccheria nella piazza del centro di Pianoro, una posizione molto favorevole.

C’è qualcosa che le piace particolarmente del Comune a livello di servizi?

Mi trovo abbastanza bene con tutto, credo che la qualità della vita a Pianoro sia piuttosto elevata ma c’è sempre la possibilità di migliorare come in tutte le cose, però guardandoci intorno possiamo ritenerci fortunati.

Cosa le piacerebbe che facesse il Comune di Pianoro per migliorare in termine di servizi?

Coinvolgere maggiormente la cittadinanza attraverso i social network e delle app specifiche per far sì che i problemi emergano più in fretta e compatibilmente con le disponibilità economiche del Comune poter intervenire in maniera più tempestiva.

Non essendo residente nel Comune di Pianoro ma avendo un’attività commerciale sul territorio cosa si aspetti dalle prossime elezioni amministrative?

Non voto a Pianoro ma da quando sono qui ho notato che le amministrazioni che si sono susseguite hanno sempre cercato un dialogo con la cittadinanza cercando di coinvolgerla, risolvere le problematiche e migliorare, anche sbagliando a volte, ma solo chi non lavora non sbaglia: secondo me tutte le amministrazioni in questi anni hanno sempre fatto bene, spero che si continui con questa linea.

Due giovani donne al voto

Erika Capaldi, lei è nata a Pianoro e vive qui da sempre. Come si trova?

Sì, sono nata qui. Io vivo bene a Pianoro perché è un paese molto tranquillo ed è abbastanza comodo se si vuole raggiungere il centro.

Cosa le piacerebbe che facesse il Comune di Pianoro per migliorare in termine di servizi?

Mi piacerebbe che i semafori fossero sempre funzionanti perché molte mattine li trovo spenti. Mi piacerebbero, inoltre, maggiori controlli stradali perché gli automobilisti sfrecciano veloci, passano col rosso e più volte ho rischiato di essere investita. Mi piacerebbero anche più servizi per i giovani come consultori, psicologi e sportelli sociali. Sarebbe bello anche che Rastignano fosse un po’ più viva.

Il voto si avvicina. Perché voterà Franca Filippini per il Centrosinistra?

Trovo le sue idee affini alle mie. Mi piace molto come persona e so che in questi anni, da amministratrice, si è data tanto da fare per il nostro territorio.

Alice Fortunati, 18 anni, per la prima volta al voto Perché sta bene a Pianoro? Cosa le piace del suo Comune?

Sinceramente non sono spesso a Pianoro, poiché il liceo mi porta più spesso a Bologna, quindi non ho un contatto continuo con il paese. Nonostante ciò ho frequentato elementari e medie qui e sono affezionata a questo ambiente.

Cosa le piacerebbe che facesse di più il suo Comune in termini di servizi?

Il problema principale, soprattutto nel mio caso particolare, è la connessione fra il Comune e le sue frazioni. Botteghino, di fatto, è quasi completamente scollegata (se non mi sbaglio c’è una sola corsa che porta a Pianoro al giorno) ed è quindi incredibilmente difficile per qualcuno, senza un proprio mezzo, raggiungere il centro.

Alice, è al suo primo voto, come si sente?

Non sono nervosa per il primo voto, soprattutto per le comunali dove tutto è abbastanza chiaro. Non mi provoca grandi emozioni ma sono felice di poter esprimere la mia opinione ufficialmente.

Perché voterà Franca Filippini alle prossime amministrative? Cosa si aspetta? 

Ho incontrato sia Franca che alcuni dei suoi candidati e mi sembrano persone affidabili e intelligenti. Penso anche che una squadra formata da giovani, ma guidata da qualcuno con esperienza sia un buon modo per dare un tono più fresco al nostro Comune.

Paolo Fresu, sostengo Franca ‘cittadina attiva’ 

Paolo Fresu, il jazzista che ha scelto Pianoro

Vive tra Pianoro, Parigi e la sua Sardegna dove è nato nel 1961. Abbiamo incontrato Paolo Fresu, trombettista, considerato una vera e propria icona del jazz italiano e internazionale.

Perché ha scelto di vivere a Pianoro?

Perché ci sto bene con la mia famiglia ed è una cittadina a misura d’uomo, con tanto verde e buoni servizi oltre che essere vicina a una città più grande come Bologna.

Perché sostiena Franca Filippini?

Perché ritengo che, oltre a garantire e accrescere i servizi di cui i pianorensi hanno bisogno, sia in grado di offrire attenzione verso quella politica sociale e culturale che sta venendo a mancare nel nostro paese. Del resto lo ha dimostrato più volte in questi anni in cui è stata vicesindaco e assessore. Partecipando attivamente alla vita di Pianoro da ‘cittadina attiva’ ancora prima che da amministratore con volontà, serietà e umiltà.

Samuele Polga: voterò Franca, pianorese doc

Pianoro con la sua tranquillità e la propria gente emana una brezza che mi scorre dentro facendomi sentire a casa. Sono nato a Pianoro e tutt’ora vivo qui. Considero il paese come la spalla su cui piangere, l’amico che ci sarà sempre, per me, pronto ad ascoltarmi. Vivo bene a Pianoro.

Mi piacerebbe vedere più eventi come mercatini, più corsi di formazione, più possibilità di praticare altri tipi di sport poco comuni.

Voterò Franca Filippini come sindaco, come amica e come donna: una pianorese purosangue con alle spalle una grande esperienza da consigliere comunale e attuale vicesindaco.

Persona deliziosa e piena di energie, con la testa sulle spalle, caratterizzata da una disponibilità verso tutti e tutto, senza limiti. Ho piena fiducia in lei e nelle sue capacità.

Samuele Polga

Gettone dal governo? Una mossa pre elettorale

Tempistiche strettissime e moltissimi aspetti critici: il decreto che assegna risorse ai Comuni, voluto dal Ministero dell’Interno, sembrava essere una nota positiva per le finanze della pubblica amministrazione ma appare più che altro una mossa pre-elettorale di difficile sfruttamento da parte degli enti locali. Un’abile mossa “acchiappa consenso” che rischia di diventare un boomerang.

Ma andiamo con ordine. Il 10 Gennaio 2019 il Ministero dell’Interno ha pubblicato il Decreto che assegna per l’anno 2019, ai comuni con meno di 20 mila abitanti, contributi per la realizzazione di investimenti di messa in sicurezza di edifici e infrastrutture come scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale.

Il contributo viene assegnato a tutti i comuni in misura differenziata sulla base della popolazione, pertanto il Comune di Pianoro, avendo una popolazione di circa 17.000 abitanti, ha diritto, secondo quanto stabilito dal Decreto in oggetto, ad un contributo di 100.000 euro.

Una cifra sicuramente non risolutiva per i tanti interventi di manutenzione straordinaria che ogni anno un comune come Pianoro deve affrontare, ma nemmeno irrisoria, che permetterebbe di realizzare qualche miglioramento strutturale soprattutto in termini di edilizia scolastica. Tutto vero se non fosse per le numerose criticità che emergono analizzando in modo puntuale il Decreto, che in realtà risulta di difficile attuazione soprattutto per le tempistiche imposte…

Prima di tutto il contributo, essendo stato assegnato il 22 Gennaio 2019 e dovendo avviare i lavori entro il 15 Maggio 2019, difficilmente potrà essere utilizzato per interventi strutturali sulle scuole perché come ben noto chiudono solo nel mese di giugno e per ragioni legate anche alla sicurezza degli studenti non si può intervenire negli edifici scolastici prima della loro chiusura per la pausa estiva.

In secondo luogo, per poter ricevere l’anticipo del 50% (50.000,00€) i lavori devono essere tassativamente avviati entro il 15 maggio 2019.

Infine, il restante 50% del contributo, erogato previa trasmissione del certificato di collaudo dell’opera, non è certo che venga erogato, perché potrebbe cambiare il Governo e quindi le disposizioni, pertanto il Comune fino al ricevimento del Saldo dovrà mettere a bilancio l’investimento e anticipare la cifra relativa.

L’attuale amministrazione comunale, nonostante le sopraccitate problematiche, ha già inserito il contributo di 100.000 euro nella variazione di bilancio per le annualità 2019 e 2020 – approvata nella seduta consigliare del 20/02/2019 con la maggioranza dei voti del Centrosinistra per Pianoro e del Gruppo Misto, mentre il Movimento 5 Stelle ha scelto l’astensione.

Tale importo verrà utilizzato per: aumentare la sicurezza stradale intervenendo su alcuni tratti della strada statale della Futa, migliorare la visibilità e l’illuminazione in prossimità di alcuni attraversamenti pedonali presenti sul territorio e potenziare la fruibilità di alcuni punti abbattendo le cosiddette “barriere architettoniche”.   Pertanto, ancora una volta va fatto un plauso ad un’amministrazione virtuosa e organizzata come quella di Pianoro che amministra con attenzione e responsabilità riuscendo ad utilizzare sempre le risorse disponibili.

Va inoltre ricordato, come sottolineato anche dal Sindaco Minghetti, che questi aiuti “una tantum” da parte dell’attuale Governo non danno la possibilità ai comuni di fare una programmazione annuale degli investimenti in modo sistematico cosa che invece era possibile fare con altri piani meglio studiati nei precedenti governi. Piani come il Sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni, che prevedeva un finanziamento triennale a disposizione dei Comuni per interventi sulle scuole, dei quali al momento, dall’attuale governo a conduzione Lega-Movimento 5 stelle, non si hanno più notizie.

I FINANZIAMENTI, QUELLI SERI…

Un piano attraverso il quale sono stati assegnati – attraverso il decreto legge n. 65 del governo di centro sinistra – al Comune di Pianoro oltre 116mila euro utilizzati nell’annualità 2017-2018 con i quali il Comune ha potuto attivare il servizio “Spazio Bimbi” in Ludoteca per due mattine alla settimana, implementare le ore di coordinamento pedagogico, ridurre sensibilmente la retta del nido calcolando in modo più puntuale il contributo per la mensa solo in base alle presenze dei bimbi a scuola e realizzare vari interventi di manutenzione straordinaria sugli edifici scolastici.  per l’annualità 2018-2019 sono stati assegnati ulteriori 95.941 euro che verranno utilizzati quest’anno per continuare ad attuare i servizi precedentemente elencati che in futuro bisognerà capire come poterli mantenere attivi in quanto la terza annualità (2019-2020) prevista dal decreto ad oggi non è ancora stata stanziata dal momento che il Decreto non è stato inserito nella manovra finanziaria dell’attuale governo.

di Francesca Benazzi

 

Franca Filippini: “Valorizziamo quanto abbiamo costruito insieme”

Venerdì 15 febbraio presso il circolo PD di Pianoro Nuovo, Franca Filippini ha annunciato ufficialmente la sua candidatura a correre come Sindaco di Pianoro alle prossime amministrative di maggio. “Ho accettato per spirito di servizio” dice la candidata davanti ad una sala piena di persone che hanno aderito alla cena di autofinanziamento.

Due sono state le parole chiave del suo discorso: sicurezza e impegno.

In tanti anni di amministrazione del centro sinistra, Pianoro ha mantenuto ed implementato i servizi alla persona, tutela delle fasce più deboli. L’amministrazione ha fatto delle scelte importanti di investimento di risorse perla sicurezza dei bambini, delle scuole, per continuare ad erogare servizi di qualità e dare sostegno alle famiglie.

Impegno, non solo della candidata, ma di tutta la platea in sala per affrontare la campagna elettorale ormai alle porte per vincere al primo turno, ma soprattutto per non far perdere ai pianoresi “quello che si è costruito in questi anni”.

Non poteva mancare un sentito ringraziamento di Franca Filippini al Sindaco Gabriele Minghetti, presente alla serata, applaudito da tutta la sala per la serietà della suo operato in questi due mandati.

Franca Filippini, candidata sindaco PD: “L’impegno per una Pianoro ancora più bella”

Conosciamo meglio la candidata Sindaco del PD, Franca Filippini che abbiamo avuto l’occasione di incontrare per una lunga chiacchierata.

Cittadina pianorese per nascita, residente sul territorio da sempre, vive in Val di Zena con la famiglia (e un cane). Attualmente Vicesindaco e Assessore all’Istruzione e Servizi educativi per l’infanzia e al Commercio di vicinato e già consigliere comunale: si direbbe che l’esperienza non le manca…

Voglio affermare innanzitutto che è un onore essermi prestata al servizio dei cittadini nell’amministrazione comunale in questi anni: l’esperienza amministrativa, è quello che posso portare come “valore aggiunto”. Avere la conoscenza del territorio e dell’istituzione in sé e del suo funzionamento è sicuramente importante, così come lo sono le competenze acquisite. Amministrare, in fondo, significa operare per il bene della comunità e del nostro territorio, mettersi al servizio dei cittadini e cercare di garantire loro la miglior qualità possibile dei servizi. Azione che, naturalmente, si traduce poi in qualità della vita, non lasciando indietro nessuno, seguendo i valori che hanno da sempre contraddistinto la realtà pianorese e che oggi dobbiamo stare attenti a dare per scontati nel Paese: solidarietà, pace, integrazione, educazione, lotta alla violenza e alle discriminazioni.

Siccome ha citato l’educazione: ci può dire in questi anni cosa si è realizzato in questo ambito?

In questi anni abbiamo lavorato per personalizzare il più possibile le rette dei nostri servizi scolastici e della mensa, in modo da poterle legare alla fruizione effettiva del servizio: se un bambino si assenta svariati giorni perché ammalato, ad esempio, la famiglia a fine mese avrà uno sgravio della retta.

Abbiamo recentemente aperto il nido part-time anche a Pianoro Nuovo (prima era presente solo a Rastignano) e un nuovo servizio in via sperimentale che intenderemo implementare e rendere strutturale: si tratta dello “Spazio bambini”, presso la ludoteca, con la presenza di un’educatrice dedicata due giorni a settimana: lo scopo è, naturalmente, quello di aiutare le famiglie offrendo uno spazio adatto e specifico per la socializzazione dei bambini, offrendo loro momenti di cura ed educazione anche non in presenza dei genitori.

Non dimentichiamo il Piano dell’Offerta Territoriale, che il comune ha messo a disposizione delle scuole: si tratta di progetti integrativi delle proposte didattiche realizzati anche grazie al contributo di associazioni e realtà locali, volti ad ampliare ed approfondire la conoscenza del territorio e alla formazione di una cittadinanza attiva fin dall’infanzia.

Una domanda personale: sente la pressione e la responsabilità della sfida?

Certamente, infatti la disponibilità in tal senso non l’ho data a cuor leggero e la notte dopo l’ufficialità della notizia non ho chiuso occhio. Ma la responsabilità non è solo della sfida, è anche e soprattutto per il ruolo. Abbiamo avuto un sindaco che ha amministrato con azioni, uno stile ed una presenza che sarà difficile eguagliare. Ho sempre preso degli impegni mettendomi a disposizione in prima persona e in maniera seria; mi approccio alla candidatura con spirito e voglia di imparare perché c’è sempre da imparare, nonostante quello che posso aver acquisito fin qui. Sono consapevole del fatto che si debbano mettere a disposizione le migliori forze e competenze e che, come ci ha insegnato chi ha amministrato dal dopoguerra ad oggi, è importante costruire un programma ed una conseguente azione amministrativa insieme: credo fermamente nel lavoro di squadra, rifiuto l’idea dell’uomo solo al comando. Infatti, al mio fianco nella squadra sono orgogliosa di poter dire che avrò Marco Zuffi, 30 anni, consigliere comunale durante i mandati di Gabriele (Minghetti ndr), delegato all’Unione Savena Idice. Sono certa che insieme a lui sapremo proseguire nel solco già tracciato.

Con quali idee vi presenterete ai pianoresi? In che direzione orienterete la vostra azione amministrativa nei prossimi anni?

Senza dubbio la nostra azione amministrativa sarà nel solco di quei valori fondamentali citati prima, nel rispetto della Costituzione, di quanto messo in campo o iniziato dall’amministrazione attuale. Penso, ad esempio, al completamento delle opere necessarie per una mobilità di qualità (dal completamento del secondo stralcio del Nodo di Rastignano) sia per i cittadini che per le numerose attività produttive del territorio, all’incremento del trasporto pubblico su ferrovia (attuazione del PUMS -Piano Urbano della Mobilità Sostenibile- della Città Metropolitana di Bologna), al completamento della pista ciclabile.

Penso alla prosecuzione di tutte le iniziative e i progetti contro la violenza di genere, a quelli in collaborazione con le biblioteche per persone di ogni età, al contributo enorme dato dalle molte associazioni del territorio. Un patrimonio inestimabile. E questo solo per citarne alcune. Non da ultimo: mantenere attenzione e fare ogni sforzo possibile perché a tutti cittadini vengano date le stesse opportunità di condurre una vita in salute e dignitosa, senza lasciare indietro nessuno. Questo è stato uno sforzo fatto durante tutti questi anni, ma sicuramente non ci si può fermare. I bisogni sociali sono in costante crescita (non solo su questo territorio, ma a livello nazionale) ed è nostro dovere dare risposte ai cittadini con azioni concrete che garantiscano (per quanto attiene alle competenze dell’ente locale) lo sviluppo di ognuno in libertà ed uguaglianza e che facciano sentire tutti partecipi e ciascuno parte di una stessa comunità.

Naturalmente, dovremo riuscire a cogliere i nuovi e sempre diversi bisogni dei cittadini. Continuità da un lato, mantenendo il buon governo avuto finora, ma rinnovamento dall’altro. Credo che la tutela e la sostenibilità ambientale giocheranno un ruolo importante: abbiamo la fortuna di abitare in un territorio che ci offre paesaggi spettacolari e molte persone chiedono ulteriore valorizzazione per poterne fruire in armonia con la natura, ad esempio.

Si parla tanto di cambiamento. Spesso è un cambiare “per cambiare”. Cosa ne pensa?

Il cambiamento ha senso quando esiste qualcosa da cambiare radicalmente. Sicuramente non tutto è perfetto, a Pianoro come altrove, ma sfido chiunque a contestare il livello di servizi che l’amministrazione comunale ha sviluppato negli anni. Sono servizi per la popolazione che abbiamo pensato e gestito e vorremmo continuare a fare, rinnovandoci negli strumenti e nelle proposte ma con la consapevolezza di quanto c’è, grazie all’amministrazione comunale, nel nostro territorio.

Quindi ritengo, forse con un filo di arroganza, che il cambiamento a Pianoro sia un rischio enorme. Quello che si corre tra un buon governo, seppur con margini di miglioramento, e un punto di domanda. Un’incognita, nella migliore delle ipotesi…

 

Sara Lattanzio

 

L’ANALISI – Decreto Salvini, quando il razzismo diventa istituzionale

Il 5 ottobre scorso è entrato in vigore il Decreto-legge 113/2018, il cosiddetto Decreto Salvini, che apporta alcune rilevanti novità in merito all’accoglienza di richiedenti asilo.

Molti sono i punti in discussione: tra i più controversi ritroviamo, ad esempio, l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, e la sua conversione in permesso di soggiorno per “protezione speciale”, con validità annuale, nel caso in cui la Commissione territoriale ritenga sussistenti il rischio di persecuzione o tortura nel paese d’origine.

Vengono poi introdotti una serie di permessi di soggiorno nuovi, tra cui il permesso di soggiorno per cure mediche, per calamità, per “atti di particolare valore civile”.  Si parla poi di “casi speciali” per alcune tipologie di permesso di soggiorno che rientravano nella fattispecie della protezione umanitaria, nello specifico permessi per protezione sociale (vittime di tratta – in casi di “accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento nei confronti di uno straniero ed emergano concreti pericoli per la sua incolumità, per effetto dei tentativi di sottrarsi ai condizionamenti di un’associazione dedita ad uno di tali delitti o delle dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari o del giudizio”), per vittime di violenza domestica o per particolare sfruttamento lavorativo.

Si evidenzia su questo tema come solo i permessi per casi speciali e valore civile potranno essere convertiti in permessi di lavoro.

Passando al sistema dell’accoglienza,  si ristabiliscono le regole di accesso allo SPRAR  (sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, progetto nazionale costituito dalla rete degli enti locali che con il supporto delle realtà del terzo settore garantiscono interventi di accoglienza integrata a donne, uomini e minori richiedenti protezione internazionale): attraverso Il dl 113/2018 potranno accedere a strutture SPRAR solo i titolari di protezione internazionale (status di rifugiato o protezione sussidiaria), i minori non accompagnati, i titolari di permesso di soggiorno per cure mediche, calamità, atti di particolare valore civile o casi speciali. Si escludono quindi i richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria, casi speciali o protezione speciale: i primi saranno destinati esclusivamente ai CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria, gestiti dalle prefetture, il cui scopo è fornire una prima accoglienza ai richiedenti asilo), mentre coloro già in possesso di un permesso di soggiorno sono tenuti ad uscire dalla struttura entro sette giorni dall’ottenimento del permesso.

Continuando, importanti variazioni si verificano per quanto riguarda l’accesso ai servizi: il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo ora costituisce anche documento di identificazione ma, al tempo stesso, non è più titolo per ottenere l’iscrizione anagrafica, che viene, di fatto, eliminata; ne consegue, tra l’altro, che al richiedente asilo non potrà più essere rilasciata la carta di identità.

Secondo il decreto, “l’accesso ai servizi previsti dal presente decreto e a quelli comunque erogati sul territorio ai sensi delle norme vigenti è assicurato nel luogo di domicilio”.

Infine, a fronte di drastici tagli al sistema dell’accoglienza, si rimpingua progressivamente Il Fondo per i Rimpatri, incrementato di 500mila euro per il 2018, di 1.500.000 euro per il 2019 e di 1.500.000 euro per il 2020; si prevede l’istituzione di un centro per i rimpatri (CPR, i vecchi CIE) per regione, e si prolunga la permanenza in quest’ultimi dai 90 giorni ai 180. Si specifica inoltre come, qualora non fossero disponibili posti nei CPR, si utilizzeranno “strutture diverse e idonee nella disponibilità dell’autorità di pubblica sicurezza”, vale a dire le carceri.

Nei quasi due mesi trascorsi dalla pubblicazione del decreto sono moltissime le critiche e mobilitazioni contro la manovra: “lampante la volontà di restringere i diritti e le libertà degli individui e di creare nuove forme di tensione sociale”, denuncia ASGI, l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, che denuncia i molti elementi di incostituzionalità presenti nel decreto, a partire dalla scelta politica di ricorrere ad un istituto (il decreto-legge), da utilizzarsi in particolari situazioni di urgenza ed emergenza, ed emanati dal governo. Il decreto-legge è provvisorio per sua natura: il termine è di 60 giorni per permettere al Parlamento di approvarlo o cancellarlo, ma entra in vigore dalla sua pubblicazione.

Sono poi state mosse numerose obiezioni all’abrogazione del permesso per motivi umanitari, rilasciato finora a circa un quarto dei richiedenti in Italia; esso si traduceva in uno dei modi per applicare l’articolo 10 della costituzione, quello che garantisce il diritto d’asilo, ed era rilasciato per “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”, oppure alle persone che fuggono da emergenze come conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in paesi extra UE. Tale definizione, che ha lasciato ampi margini interpretativi, consentiva di attribuire il permesso in una varietà di casi, che sono, con il decreto, drasticamente ridotti, semplificati e specifici. L’impossibilità di convertire un gran numero dei nuovi permessi (peraltro tutti di breve durata) in permessi di soggiorno per lavoro condanna di fatto anche la persona che ha ottenuto il documento a non potersi evolvere dalla sua condizione di migrante ex richiedente asilo.

Anche da parte delle amministrazioni locali, tramite l’ANCI e i gestori del sistema SPRAR, è arrivata la bocciatura: è infatti evidente come la contrazione dello SPRAR, riconosciuto unanimemente come un’istituzione efficace per l’integrazione diffusa dei suoi ospiti, con standard rigorosi di erogazione dei servizi unito a un attento controllo della spesa, avrà pesanti ricadute sui territori e sui loro servizi. La contrazione dei fondi stanziati per l’accoglienza costringerà i CAS a limitare i servizi a quelli essenziali, smantellando tutte quelle fondamentali misure vero motore dell’integrazione, dall’offerta di corsi di italiano, all’assistenza legale o sanitaria.

Sull’accesso ai servizi, sempre secondo ASGI, il divieto dell’iscrizione anagrafica “introduce una irragionevole discriminazione rispetto agli altri stranieri in possesso di permesso di soggiorno che, in presenza di dimora abituale o domicilio effettivo (come quello dei richiedenti asilo), sono obbligatoriamente iscritti alle anagrafi delle popolazioni residenti a condizione di parità coi cittadini italiani”.

Quante sono le situazioni che nella nostra vita ci richiedono di presentare una carta di identità, o necessitano della residenza anagrafica? Dall’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, per poi passare al Centro per l’Impiego, per la redazione dell’ISEE o per l’iscrizione dei figli a scuola. La mancata iscrizione anagrafica comporta serie difficoltà di gestione della vita quotidiana sia per i richiedenti, che per i dipendenti dei servizi, che dovranno al più presto adeguarsi al fatto che il permesso di soggiorno costituisce l’unico documento identificativo a loro disposizione. Secondo ASGI “È tuttavia probabile che, erroneamente, molti enti continueranno a richiedere la residenza, ostacolando gravemente l’accesso dei richiedenti asilo a tutti quei servizi ai quali per legge hanno diritto sulla base del domicilio”. Volendo poi allinearsi con l’idea che la presenza di migranti sui territori vada controllata, con questo provvedimento i Comuni non avranno più la possibilità di verificare esattamente quanti e chi siano i richiedenti presenti.

In conclusione, appare evidente come il decreto miri a non solo svuotare quegli istituti che, faticosamente, negli anni, hanno contribuito a creare un modello per l’accoglienza, ma anche a rendere di faticoso se non impossibile accesso alcuni diritti, che si rivelano ora, tutt’altro che universali. Il nostro Paese si prepara a diventare sistematicamente più inospitale, e la legislazione così declinata genererà inevitabilmente una moltitudine di migranti irregolari, a fronte però dell’impossibilità di procedere con quei rimpatri tanto sbandierati dalle destre. I rimpatri comportano infatti un massiccio lavoro amministrativo e diplomatico di raccordo con i paesi di origine, che risulta ancora molto lontano dal realizzarsi.

Dal decreto risulterà una maggiore esclusione sociale, meno integrazione, e, in ultimo, una insicurezza generalizzata, in antitesi con il titolo stesso del provvedimento, ma forse in allineamento con le imminenti elezioni europee, alle quali la Lega arriverà cavalcando l’onda degli effetti nefasti della manovra.

Per approfondire:

www.asgi.it

www.meltingpot.org

www.sprar.it

Aurora Dall’Olio

Pianoro a più voci, proseguono gli incontri con i cittadini

Il percorso partecipativo del Partito Democratico continua a ritmo serrato. Giovedì 29 novembre l’incontro si è svolto nella frazione di Botteghino e si è immaginato come costruire la comunità pianorese del futuro, ma si è discusso anche di cosa si è fatto in questi anni da un punto di vista culturale, educativo, associativo, e si sono ipotizzate le nuove sfide che ci attendono.

Un altro incontro avrà invece luogo nella serata del 5 dicembre al circolo Arci della frazione di Rastignano.

Per quanto riguarda la serata di Botteghino, hanno introdotto i lavori Benedetta Rossi – Assessora alla cultura, associazionismo e pari opportunità – e la Vicesindaca Franca Filippini – Assessora all’istruzione.

Molti i contenuti legati allo sviluppo e alla crescita della comunità (es. sviluppo senso civico, memoria, valori della costituzione, pari opportunità e sviluppo sostenibile) sviscerati nel corso della serata. Contenuti che possono essere veicolati tramite una progettualità culturale lavorando insieme alle associazioni e all’assessorato che si occupa della politiche legate all’istruzione.

Da questo punto di vista, tre sono stati i grandi temi oggetto di discussione. Il welfare culturale, ovvero i servizi offerti dall’area cultura, eventi, festival, spettacoli, iniziative estive e la programmazione partecipata con le associazioni

La platea ha lavorato molto sulle sfide che i tanti luoghi dove è possibile fare cultura a Pianoro ci pongono, con nuove idee e proposte volte a favorire la nascita di un senso critico e consolidare la partecipazione del grande patrimonio associativo del territorio. Sono state menzionate le tante attività che le associazioni svolgono all’interno delle scuole territorio, i percorsi ed i progetti culturali che con tanta fatica – ed autofinanziamento – svolgono per i nostri bambini e ragazzi.

Le pari opportunità sono un nucleo di politiche chiave per la società del futuro ed un fil rouge che dovrebbe guidare le azioni da costruire e realizzare per vivere meglio in una società più paritaria.

Consuelo Tinti

Pianoro a più voci, il PD sceglie i cittadini

Già il titolo – “Pianoro a più voci” – rende il senso progetto di lavoro che il PD di Pianoro ha messo in campo in previsione delle elezioni amministrative del prossimo anno. Ha deciso di intraprendere un percorso allargato, partecipato, “a più voci”, non solo per verificare le cose fatte, ma, soprattutto, per costruire il futuro di Pianoro.
Si comincia proprio dai bisogni, dalle esigenze delle e dei pianoresi i quali possono liberamente esprimersi durante gli appuntamenti tematici organizzati in maniera dinamica proprio per garantire la massima partecipazione di tutti i cittadini, ognuno con le sue competenze e sogni. L’obiettivo che il PD si pone è quello di scrivere la visione futura del Comune sempre più vicino alla sua comunità in modo plurale e multiforme.
La complessità delle vite dei cittadini pianoresi è stata colta durante le Feste de l’Unità di Carteria e Botteghino grazie alla somministrazione di questionari anonimi e chiacchierate informali che hanno fatto capire che era necessaria una più ampia partecipazione che travalicasse i confini di “appartenenza” politica per giungere al cuore del nostro essere pianoresi.
Il PD ha dovuto superare timori e scetticismi e anche perplessità politiche: il timore di trovare l’inaspettato, lo scetticismo sulla partecipazione e sui contributi, le perplessità politiche su condizionamenti o presenze di esponenti populisti e di destra. Ma una volta individuata la nostra cornice valoriale – pari opportunità, giustizia sociale, inclusione, ecc. – e i principi cardine del nostro operato politico – la nostra Costituzione, la Carta dei Diritti umani e l’Europa – è stato più facile accettare di aprirsi alla novità di questo percorso.
Da queste premesse ci siamo attrezzati per cominciare il percorso partecipato “Pianoro a più voci” avvalendoci di esperti che operano da anni per le istituzioni (comuni, province, regioni) e che hanno accettato la nostra sfida, quella di coadiuvare il Partito Democratico di Pianoro in un percorso di ascolto dei bisogni, di formulazione di richieste, di esplicitazione di obiettivi.
Una sfida audace per un obiettivo alto e importante: il bene della nostra comunità che è al contempo persone, relazioni e luoghi. Tenere insieme le appartenenze a luoghi, a storie e a relazioni fa di “noi di Pianoro” un tratto distintivo da custodire e coltivare ora e per il domani.
Se un assolo può portarci stupore un concerto di voci e suoni arricchisce il cuore e la mente.

 

Emanuela Torchi