Piena del Savena, il sindaco: “Qui il monitoraggio è stato costante”

Abbiamo avuto occasione di scambiare qualche parola con l’attuale sindaco Gabriele Minghetti sui fenomeni atmosferici che hanno colpito la nostra regione ed il nostro comune nei giorni scorsi.

A cosa è dovuta la piena che abbiamo visto nel fiume Savena nei giorni scorsi? Era prevista?

La piena a cui abbiamo assistito era stata prevista da una allerta meteo diramata dalla Regione alle ore 12:00 di venerdì 1 Febbraio. Era indicata per la nostra area una criticità idraulica arancione per venerdì sera e tutta la giornata di sabato.

Le cause sono da ricercare nelle particolari condizioni atmosferiche che hanno interessato la nostra zona la scorsa settimana, a fenomeni nevosi è susseguito un innalzamento repentino delle temperature che ha causato lo scioglimento della neve depositata al suolo. A tutto ciò si è aggiunta la pioggia.

Come si muove l’amministrazione in questi casi?

In funzione dell’entità dell’allerta si attivano la protezione civile ed i tecnici in diverse modalità. In questo caso a livello comunale si è trattato di attività di monitoraggio sia visivo che strumentale (tramite gli idrometri) del territorio. Alle ore 23:30 di venerdì sono stato contattato dalla Regione che mi ha avvisato che gli idrometri avevano rilevato un innalzamento del livello del fiume. Io personalmente sono uscito assieme ad un tecnico comunale e abbiamo contribuito al monitoraggio della situazione. Il livello più alto è stato raggiunto alle ore 6 del mattino di sabato, in cui è stato registrato un livello idrometrico per il fiume Savena di 1,53 metri. Fortunatamente non è stato necessario intervenire; il piano, qualora ce ne fosse stata necessità, prevedeva la chiusura della Fondovalle Savena almeno per la mattinata di sabato.

Ci sono state particolari criticità sul nostro territorio?

Il defluire seppur impetuoso delle acque non ha creato sul territorio di Pianoro particolari problemi. Colgo l’occasione per mandare un sostegno ed un abbraccio alle popolazioni delle aree del Reno così profondamente colpite a cui va tutta la nostra solidarietà ed un ringraziamento ai volontari, agli amministratori ed alle forze che hanno agito e stanno agendo per ripiristinare la situazione. Noi abbiamo verificato in quelle ore della notte e della prima mattina che non ci fossero situazioni di criticità, in particolare nei punti in cui storicamente il Savena era uscito dal suo alveo. L’unico punto di esondazione visibile è stato nell’area in prossimità del Ponte delle Oche a Rastignano. Si tratta di un’area prospicente al fiume che ha un rilievo modesto rispetto all’acqua ed è quindi un’area in cui quasi normalmente in caso di piena il fiume esonda, il cui accesso è stato prontamente chiuso. Ciò riduce il rischio che il fiume esondi in corrispondenza di abitazioni o strade. I recenti lavori di sistemazione degli argini nella zona di via del Pero, eseguiti dal servizio Area Reno e Po di Volano, hanno già dimostrato la loro efficacia.

Anche il torrente Zena è stato colpito da una piena abbastanza rilevante, ma in questo caso non ci sono stati problemi particolari.

Le due centrali micro-idroelettriche presenti lungo il fiume non sembrano aver creato problemi al normale corso dell’acqua: ce lo conferma?

Confermo ed evidenzio che il lavoro svolto in fase di insediamento delle centrali e concordato anch’esso con il Servizio Area Reno e Po di Volano ha avuto un effetto positivo sul fiume Savena; nella zona di intervento sono infatti state riviste le sponde.

Abbiamo letto sui social che ci sarebbero stati dei danni alla nuova ciclabile con alcuni metri di terra portati via dal fiume a Rastignano, come commenta la cosa?

Puntualizzerei confermando che la zona in oggetto non è interessata dal progetto della nuova ciclabile, la quale, lo ricordo, partirà dall’attuale percorso che inizia in Via del Pero e proseguirà da Via Bellini in direzione sud. Nella zona centrale di Rastignano si è verificato un distaccamento del terreno, in un’area che è territorio del comune di Bologna e che è stata recentemente soggetta a lavori di risistemazione della sponda fluviale con solo movimento di terreno, senza un intervento strutturale. La ciclabile è invece prevista proprio in una modalità che non impatti rispetto ad un ondata di piena: le zone in cui il percorso sarà più vicino all’alveo saranno prive di potenziali ostacoli quali panchine, lampioni, …  che potrebbero rappresentare un eventuale problema in caso di piena.

 

Filippo Zaniboni

 

PUMS di Bologna, c’è anche il nodo di Rastignano

Si è discusso anche del completamento del nodo di Rastignano, e di come procedere alla pianificazione strategica di primo e secondo stralcio, nell’ambito del PUMS, Piano urbano della mobilità sostenibile di Bologna città metropolitana, approvato il 27 novembre scorso.

Abbiamo approfondito l’argomento con Gabriele Minghetti – Presidente Unione Valli Savena e Idice – e Marco Monesi – Consigliere metropolitano con delega alla mobilità.

Incontri come quello avvenuto a Idice il 4 dicembre sono importanti per raccontare un lavoro iniziato nel 2016, per capire la strategia di fondo che sta alla base dello sviluppo della mobilità nella nostra comunità e della valorizzazione di Bologna metropolitana come elemento strategico per portare avanti aspetti della mobilità ad un livello più ampio della città metropolitana che coinvolge le 7 unioni che compongono il territorio.

La visione complessiva è che la mobilità è un mezzo e non un fine e che tutte le azioni devono contribuire ad alcuni obiettivi: miglioramento qualità della vita, dello spostamento, qualità delle relazioni sociali e che abbia sostenibilità ambientale, che produca meno incidenti e quindi più sicurezza.

Cinque i macro obiettivi definiti dal piano. Ossia aumentare il livello di accessibilità al territorio, tutelare il clima, cioè rispettare gli obiettivi nazionali e internazionale… E ancora preoccuparsi della salubrità e qualità aria, ossia rispettare gli obiettivi regionali, e della sicurezza stradale, che si traduce nel ridurre l’incidentalità generata dalla mobilità del 50% entro il 2020 rispetto al 2010. Infine non dimenticare vivibilità e qualità urbana, coesione e attrattività del territorio metropolitano e del suo ruolo internazionale.

Il PUMS invita i Comuni esterni, tra cui anche Pianoro, a ragionare a livello metropolitano perché il 45% della mobilità bolognese viene da fuori, cittadini della città metropolitana che tutti i giorni entrano a Bologna per le loro attività. Attualmente gli spostamenti quotidiani nella città metropolitana sono 2.700.000, di cui 1.600.000 avvengono in auto e 700.000 coinvolgono Bologna città.

Obiettivo al 2030 è quello di ridurre gli spostamenti di 440.000 unità, privilegiando trasporto pubblico e bici. Quando si parla di sostenibilità sociale significa per la nostra Unione parlare anche di livello di equità, di periferie, di Appennino, e più opportunità per raggiungere servizi.

Obiettivo significativo quello di arrivare al biglietto unico e alla tariffazione unica, sia per i tratti treno-gomma che per quelli gomma-gomma.

C’è anche l’intenzione di potenziare il servizio metropolitano ferroviario, arrivando in larga parte alla cadenza di 15 minuti tra un mezzo e l’altro nelle 6 ore di punta.

Infine si è parlato di riorganizzare le autolinee. L’idea è che le realtà extraurbane trovino lo scambio prima di entrare a Bologna e fare in modo che le corriere non entrino in città e ci siano centri di mobilità come centri scambiatori per agevolare la mobilità con lo stesso biglietto per andare verso la città.

Ecco gli obiettivi per punti

  • Biglietto unico: con lo stesso biglietto si può prendere bus-tram-treno
  • Servizio ferroviario metropolitano: completamento e aggiunta di un treno ogni 15 min all’ora di punta
  • Rete tranviaria metropolitana: rete portante urbana, con l’introduzione di 4 linee tranviarie
  • Metrobus: 7 linee di bus extraurbani veloci su corsie riservate
  • Rete bus extraurbana: potenziamento della rete di II e III livello
  • Centri di mobilità: 30 luoghi di interscambio tra le modalità di trasporto
  • 700km di piste ciclabili da realizzare
  • 2 nuove reti ciclabili integrate, la rete metropolitana per gli spostamenti quotidiani e la rete metropolitana cicloturistica per il turismo nazionale ed internazionale

 

Consuelo Tinti

Asfalto con materiali di riciclo, sperimentazione a Pianoro

C’è un asfalto innovativo con cui pavimentare alcune strade. E il Comune di Pianoro guarda a questa innovazione con grande interesse.

Si tratta di un asfalto utilizzato in via sperimentale in un tratto di circa 500 metri in via Lelli a Rastignano. Un materiale ottenuto mescolando al bitume pneumatici usati giunti a fine vita, i principali vantaggi che questa tecnologia promette sono minore rumorosità, maggiore sicurezza stradale dovuta alla migliore aderenza offerta dalla strada e maggiore durata dovuta alla maggiore elasticita della distesa di asfalto.

Si tratta inoltre di una soluzione “ecologica” perchè prevede il riciclo di materiale con conseguente riduzione dei rifiuti. Resta il tema dei costi. Questo tipo di strade ha infatti un costo circa 15/20% più alto ma il comune di pianoro, essendo una sperimentazione, ha pagato questa tratta di strada con prezzo normale. Un costo maggiorato che comunque compensato dalla minor manutenzione

In questa sperimentazione sono coinvolti l’Università di bologna (sezione strade) per le competenze, la ditta Valli Zabban per il materiale e la posa e come detto il comune di pianoro.

La sperimentazione prevede due zone attigue asfaltate rispettivamente con materiale tradizionale e materiale innovativo che verranno costantemente monitorate nel corso del tempo. L’11 Maggio 2018 è stato organizzato a Pianoro (al museo arti e mestieri Pietro Lazzarini) un seminario a cui hanno partecipato istituzioni (comune di pianoro e di zola predosa), l’ordine degli ingegneri di Bologna, TPER, l’azienda che installato la tratta sperimentale, università di Bologna (https://www.ecopneus.it/news/asfalti/gli-asfalti-modificati-sotto-i-riflettori-l11-maggio-a-pianoro-bo-un-seminario-sullevoluzione-della-tecnologia-e-le-tante-positive-esperienze-nel-bolognese/)

Ponti e aree a rischio dissesto, a Pianoro c’è un piano

L’attenzione al territorio si sostanzia, nell’attività del Comune, anche nell’attenzione a zone che presentano rischi di dissesto idrogeologico ai ponti sui corsi d’acqua del territorio.

Una necessità resa evidente dai fatti di Genova, a seguito dei quali il Ministero dei Trasporti ha chiesto il 16 Agosto a tutti i comuni d’Italia una nota da consegnare entro l’1 Settembre indicante l’elenco e lo stato di tutti i ponti del comune. Pianoro non ha dovuto fare alcuna indagine e ha consegnato lo studio eseguito nel 2011 e ha dichiarato la necessità di completare gli approfondimenti, richiedendo allo scopo i 150’000€.

Va premesso che Pianoro ha un territorio molto vasto (107 Km²), è uno dei territori comunali più vasti della provincia di Bologna, con due aree protette (Parco dei gessi bolognesi e Riserva del contrafforte pliocenico) che sono caratterizzate dalla presenza di molte doline, calanchi, atopiani, rupi rocciose un fiume principale (savena) ed un torrente (zena) che formano 2 vallate che caratterizzano la confrormazione del territorio.

Per quanto riguarda i ponti, è stata fatta nel 2011 una attività di controllo statico e visivo sugli allora 19 ponti del comune (oggi sono un po’ meno perchè alcuni sono passati alla città metropolitana). L’obiettivo era quello di avere un quadro della situazione di tutti i ponti e, per quei ponti di cui non era presente documentazione progettuale (es ponti costruiti prima della guerra, come quello di Pian di Macina) realizzare un archivio documentale. Questa attività ha portato a definire la necessità di interventi urgenti su alcuni di questi ponti, come ad esempio quello di via Serrabella che è stato oggetto di lavori nel 2017. Ma anche a suggerire approfondimenti da eseguire attraverso prove sperimentali su alcuni di questi ponti

Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, le aree maggiormente interessate sono quelle più “montane” del comune, ad esempio il monte delle formiche, Gorgognano, via della collina e l’area del contrafforte pliocenico.

Importanti interventi sono stati effettuati per quanto riguarda la manutenzione idraulica dei rii, per 47mila euro, sul ripristino Via della collina sopra a Pianoro Nuovo per 150mila euro. E ancora il ripristino di Via Ponticelli (monte delle formiche), ancora in corso.

Il desiderio dell’amministrazione sarebbe stanziare fondi strutturali per circa 150mila euro all’anno con lo scopo di prevenzione, cosa non semplice con le attuali condizioni di bilancio del comune. Le attività di prevenzione sono quindi eseguite ricorrendo a fondi e riserve del comune.

Piano neve, il Comune è pronto

L’inverno entra nel vivo ed è interessante capire come affronterà il Comune di Pianoro il freddo e la neve sulle strade. Eventualità per cui la macchina comunale è attrezzata e pronta, naturalmente per quanto riguarda le strade di proprietà del Comune.

Esiste infatti un “piano neve” approntato dal Comune che prevede sia la salatura delle strade (maggiore attività) che lo sgombero di queste in caso di neve, attivo dal 15 Novembre al 15 Marzo. Sono utilizzati 23 mezzi privati dell’azienda che si è aggiudicata l’appalto, a cui si aggiungono alcuni mezzi comunali.

Le modalità di intervento prevedono turni di reperibilità tra i geometri del comune che prestano attenzione alle previsioni e alle allerte meteo e fanno verifiche sul territorio per capire se c’è esigenza di intervento. Il geometra si coordina con l’assessore di riferimento o il sindaco per gli interventi.

L’azienda vincitrice del bando ha un referente che ha obbligo di reperibilità immediata e, assieme al geometra, decidere con quali mezzi uscire ed in quali zone del territorio comunale. Il Comune mette a disposizione anche operai del servizio tecnico che, anch’essi, escono con mezzi spargisale.

In caso di neve sono stati definiti quattro livelli di intervento per definire le priorità. L’obiettivo è anche quello di evitare di andare a mettere sotto stress strade secondarie in cui se c’è poca neve è alto il rischio di danneggiamento della pavimentazione.

Al livello 1 (sotto i 6 cm di neve) viene effettuato lo sgombero della neve dalla viabilità di collegamento intercomunale; al livello 2 (da 6 a 12 cm di neve) viene effettuato lo sgombero della neve dalla viabilità comunale principale; al livello 3 (da 12 cm in su) viene effettuato lo sgombero della neve di tutta la viabilità. Al livello 4, una volta effettuato lo sgombero di tutte le strade del comune viene effettualo lo sgombero dei parcheggi pubblici comunali.

Importante notare come le strade sgomberate e salate sono solo quelle di competenza comunale, l’impatto sul bilancio del comune dipende fortemente da temperature e piogge e di conseguenza dagli interventi per l’attività di salatura delle strade. La spesa media nel corso degli ultimi anni si attesta in circa 300mila euro all’anno, di cui la maggior parte sono per l’acquisto di sale da spargere sulle strade. Per qualsiasi informazione si può consultare anche il sito web: http://www.comune.pianoro.bo.it/binary/comune_pianoro/sicurezza_viabilita/Piano_Neve_depliant.1354019525.pdf

Via ai lavori del ponte del Gualando, chiuso anche il parcheggio bipiano

Il ponte ciclopedonale del Gualando, che collega il parco del Ginepreto a via dell’Artigiano, è stato chiuso per lavori di manutenzione. Lavori che riguarderanno anche i tre ponti pedonali ubicati al Parco delle Querce nella frazione di Botteghino di Zocca.

Le principali problematiche, per le quali il ponte è stato chiuso, sono la praticabilità del tracciato calpestabile, e i possibili problemi strutturali sui piloni, dati anche dall’altezza sul sottostante Rio delle Vacche.

L’intervento sarà effettuato dal Consorzio della Bonifica Renana, che a giorni invierà la progettazione esecutiva, e sarà di carattere manutentivo straordinario, nella fattispecie i materiali di ricostruzione dovranno per forza essere gli stessi attuali, ovvero il legno.

L’amministrazione ha già messo a bilancio un preventivo di spesa, per tutti e quattro i ponti, di 150.000 euro (ed in particolare circa 65.000 euro per quello del Gualando). Si prevede che tutti i lavori di riparazione, salvo imprevisti, termineranno in primavera. Inoltre si valuta che la Bonifica Renana si prenda in carico anche tutti i lavori di manutenzione ordinaria negli anni a venire.

Il parcheggio bipiano che si trova tra via Nazionale e via Gramsci è stato chiuso per circa un mese, per manutenzione a causa di perdite nella parte sottostante, si è quindi proceduto rimuovendo la pavimentazione in quadrotti porfirici e rimontati dopo aver sigillato gli ineterstizi, sono inoltre state sistemate le grondaie visto che alcune non scaricavano più l’acqua.

Verranno poi effettuati altri lavori di sistemazione nella parte sottostante attraverso iniezioni di gel impermeabile e sigillante nel solaio ed è previsto che la rampa di accesso al piano superiore sia riasfaltata per addolcire la pendenza ed evitare che le autovetture subiscano danni sottoscocca.

Il costo totale dell’operazione sarà quindi di circa 20.000 €, che saranno a carico della società Pianoro Centro, che ancora detiene di fatto la gestione della struttura.

 

(Nella foto il parcheggio bipiano tra via Nazionale e via Gramsci)

Nodo di Rastignano, nel 2019 sarà realtà

“Il cantiere più brigoso, sfortunato e problematico che abbiamo avuto in questi anni”. Così Raffaele Donini, assessore regionale ai trasporti e alla rete infrastrutturale, ha sintetizzato la situazione sul nodo di Rastignano, la bretella che dovrebbe collegare il Fondovalle Savena alla viabilità veloce bolognese e che riguarda direttamente il nostro territorio.

“Per non tacere le difficoltà – ha spiegato Donini – non ci si deve dimenticare il fatto che il cantiere sta andando avanti. Dopo l’anno perso per il disinnesco di una bomba, c’è stato anche il fallimento di un’impresa impegnata nel cantiere. Insomma, l’opera sarà finita entro la fine del 2019 e non, come originariamente previsto entro la metà del 2017”. Nessuno scandalo, però, secondo Donini, perché non va dimenticato “che questa è un’opera attesa da 30 anni (forse anche di più) e che noi abbiamo attivato e cantierato in un percorso non scontato”.

C’è però anche un importante lavoro fatto sui finanziamenti, per mettere al sicuro non solo il primo stralcio ma anche i successivi. “Non avremmo firmato il patto per il Passante di mezzo di Bologna se non ci fosse stata la certezza del finanziamento del secondo Lotto di Rastignano per circa 30 milioni – ha infatti aggiunto Donini -. Quindi nel 2019 non avremo solo il primo stralcio concluso ma anche il progetto definitivo del secondo stralcio e forse anche qualcosa di più, in modo da avere un cantiere che magari dura per altri anni ma che finalmente finisce completamente il nodo”.

Donini ha poi chiarito come anche dalla revisione del tracciato sono nate le difficoltà e l’allungamento delle tempistiche è diretta conseguenza. Un lungo lavoro partecipato da cittadini e istituzioni che ha portato a concludere diversi accordi e ad avere oggi finanziati e in parte cantierati molti progetti di riduzione del traffico nell’area bolognese. Ora la preoccupazione è che “il governo voglia bloccare tutto”, ha affermato l’assessore regionale.

Scuole, a Pianoro si investe ancora!

Mentre a livello nazionale, la precarietà strutturale degli edifici scolastici appare un problema piuttosto serio, Pianoro continua a investire. E lo fa progressivamente su tutte le scuole del territorio, con un piano pluriennale che sta portando risultati tangibili.

“L’edilizia scolastica è un obiettivo di mandato – ha dichiarato il sindaco Minghetti -. Ci eravamo posti l’obiettivo di rendere le scuole più sicure, più fruibili e migliorane l’attività. Quindi nel 2016 abbiamo messo a posto le Diana Sabbi e la palestra con un intervento piuttosto importante; nel 2018 abbiamo pensato di riuscire a terminare tutte le altre scuole”.

Insomma, nell’estate appena trascorsa sono arrivati gli interventi “di adeguamento e miglioramento sismico e statico della scuola elementare di Pianoro Vecchio e di Rastignano mentre siamo intervenuti dal punto di vista igienico sanitario nel rifacimento della palestra delle medie di Rastignano”.

Sono interventi importanti iniziati alla chiusura delle scuole in giugno. “C’è sempre la corsa a fare in modo che tutto sia pronto qualche giorno prima dell’inizio della scuola – ha spiegato il sindaco –. Nelle due elementari sono stati interventi di risistemazione completa e di sostegno a tutte le pareti e di verifica infrastrutturale con tecnologie particolarmente innovative. Invece sulla palestra di Rastignano, datata metà degli anni 70, sono stati rifatti tutti gli impianti sanitari e termici degli spogliatoi e rifatto completamente il fondo della palestra”.