L’amico Nino ci ha lasciato

Ha deciso d’andarsene il giorno della ricorrenza della donna- l’8 marzo

Forse era destino che avvenisse in questa data. La donna per lui è sempre stata una figura significativa. La moglie che ha tanto amato e che lo ha lasciato prematuramente lo ha segnato profondamente, Quando parlava della sua mamma, ancora in vita, lo si vedeva raggiante nel ricordare il compimento dei 100 anni.

Uomo di grande personalità, sempre disponibile ad aiutare gli altri. Non c’era iniziativa benefica che non lo vedesse coinvolto. Non sapeva dire no, era sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà.

Durante il periodo estivo diventava il referente esclusivo per coloro che apprezzavano la sua produzione di frutta e verdura. Si arrabbiava tantissimo quando la stagione metereologica gli era avversa perché non poteva raccogliere i suoi prodotti.

Amante della cucina, era diventato un ottimo cuoco, specializzazione acquisita casualmente in un periodo della sua vita lavorativa; ha, infatti, saputo deliziare molte persone durante le iniziative benefiche, esprimendo tutta la sua capacità culinaria, raggiungendo l’apice con il piatto delle sue “crespelle” che lo rendevano “mitico” al cospetto dei commensali.

Era un grande organizzatore della cucina, ma se le cose non andavano come lui voleva si faceva sentire con un modo tutto suo.

Al sindacato dei pensionati SPI, sempre come volontario, ha dato tanto, prima come operatore alla tutela poi come referente del tesseramento e organizzatore delle gite per gli iscritti al sindacato SPI.

Per quattro anni consecutivi la Lega SPI di Pianoro, di cui lui faceva parte, ha raggiunto il 100% del tesseramento e quando è stato premiato dal Segretario nazionale dello SPI si vedeva quanto era orgoglioso di appartenere a questa organizzazione.

Questo era Nino, unico nel suo genere, con un cuore grandissimo, tanto grande che molto probabilmente proprio questo è stata la causa che lo ha fatto raggiungere prematuramente la moglie.

Ciao Nino ci mancherai, come mancherai ai tanti amici e parenti che ti hanno voluto bene. Riposa in pace.

 

Erio Frison, segretario della Lega SPI-CGIL di Pianoro

La caccia a Pianoro e nel Parco dei Gessi, una serata coinvolgente e informativa

Una sala gremita di persone, lunedì 11 febbraio, a Botteghino per l’iniziativa organizzata dalla redazione de “Il Punto” di Pianoro per confrontarsi sul delicato tema della caccia nel comprensorio pianorese e del parco dei Gessi.

Un momento di condivisione e dibattito su un tema di stringente attualità, che presenta risvolti normativi importanti.

Le tematiche trattate durante la serata sono state tante, la dott.ssa Maria Luisa Zanni, funzionaria del Servizio attività faunistico-venatorie e pesca della Regione Emilia-Romagna, ha aperto la serata ricordando come dal 2016 le competenze in materia di caccia sono passate alla Regione, mentre “tutte le competenze degli Enti Parco sono rimasti agli enti che condividono le loro politiche con la Regione”.

Come avviene quindi la definizione degli spazi destinati alla caccia e alla gestione della fauna? “È’ la Regione a definire – ha detto la Zanni – gli obiettivi e tutti i gestori del territorio devono tendere a quegli obiettivi. Sono la Regione e le A.T.C. (ambiti territoriali di caccia) a farsi carico dei danni causati dalla fauna all’interno delle aree protette”.

“Storicamente – ha poi spiegato – tutta la fauna considerata nociva per l’agricoltura e alle attività umane veniva abbattuta, ma alla fine degli anni ‘70 anche in Italia è arrivata una legge a tutela della fauna selvatica. Dopo la seconda guerra mondiale c’è stato un fenomeno migratorio verso la città e la fauna selvatica ha trovato terreno favorevole per proliferare. Recentemente, invece, l’inserimento di specie non autoctone di cinghiale – animali provenienti dall’est che si riproducono più volte all’anno, più grossi e molto resistenti – ha comportato una crescita del numero di capi anche del 250% all’anno, nonostante il Piano Faunistico Venatorio stilato dalla Regione ER ne preveda l’abbattimento di circa 7.000 ogni anno”.

Malgrado le opere di prevenzione e i finanziamenti ingenti, l’impatto distruttivo nelle colture rimane importante e di difficile risoluzione, così come l’aumento degli incidenti stradali causati proprio dagli ungulati.

Durante la serata sono poi intervenuti il Presidente dell’A.T.C. Bologna 2 Sergio Ventura, che ha illustrato le grosse difficoltà di gestione della caccia all’interno delle A.T.C., in quanto la maggior parte delle aziende agricole presenti sul territorio pianorese ricade proprio in questi ambiti e i cacciatori che garantiscono i prelievi sono squadre di volontari che diminuiscono e invecchiano di anno in anno e Fabrizio Lazzarini, proprietario dell’azienda faunistico-venatoria San Salvatore di Casola, che ha illustrato i cambiamenti della fauna locale, i diversi tipi di caccia (stanziale, girata, di selezione) e come questa avviene all’interno della riserva. Lazzarini ha sottolineato che per le aziende faunistico-venatorie sono presenti anche obblighi di miglioramento ambientale.

È stato poi ricordato che la caccia è aperta nel periodo che va dal 15 ottobre al 15 gennaio, ma che la caccia di selezione al cinghiale è aperta tutto l’anno (eccetto da metà marzo a metà aprile), precisando che sul sito delle Regione ER è possibile consultare il Calendario Venatorio.

Per quanto riguarda il Parco dei Gessi e dei Calanchi dell’Abadessa, è intervenuto il Presidente Sandro Ceccoli che ha illustrato la complessa realtà che vede sul proprio territorio più di diecimila residenti ed anche attività antropiche di varia natura, tra cui quelle agricole, sottolineato ulteriormente la difficoltà degli interventi per il contenimento dei danni causati dall’aumento delle specie invasive.

Un intenso dibattito ha fatto seguito alle relazioni. Evidentemente gli obiettivi descritti nel piano faunistico venatorio regionale, approvato lo scorso novembre e che resterà in vigore per i prossimi 5 anni, per il raggiungimento della cosiddetta “soglia di danno tollerabile”, allo stato attuale dell’arte sono ancora lontani dall’essere raggiunti. In particolare il Parco dei Gessi si è dato come obiettivo il raggiungimento di massimo 2 capi per mq (per un totale di 100 capi nel suo areale); tutti i relatori hanno convenuto sul fatto che per il raggiungimento degli obiettivi l’azione coordinata risulta di fondamentale importanza, serve la collaborazione di tutti gli enti operanti sul territorio. La regione Emilia-Romagna inoltre sta collaborando da tempo con le Università al fine di elaborare metodi di prevenzione che possano essere alternativi e meno invasivi della caccia come la sterilizzazione delle femmine, metodi che ad oggi però risultano ancora in fase di studio.

Come redazione de Il Punto ci prefiggiamo di dare un seguito alla serata, monitorando l’effettivo raggiungimento degli obiettivi, e di coinvolgere altri portatori di interessi per l’organizzazione di un’altra iniziativa per un’analisi della tematica a 360 gradi.

Anna Filippini ci ha lasciato

Ci ha lasciato nei giorni scorsi Anna Filippini in Paolini (classe 1935), ha lottato contro il suo male come una vera guerriera, come solo lei sapeva fare, perché era troppo tenace per potersi arrendere senza combattere fino alla fine.

La nostra Anna è stata una donna forte e determinata, allegra e spiritosa, di quelle donne che adesso definiamo con un po’ di nostalgia “di una volta”, che sapevano fare qualsiasi cosa; che si occupavano della casa e dei figli, spesso lavorando in campagna o in fabbrica; donne che hanno condotto una vita dura, senza troppi agi. Una vita che le ha forgiate nel carattere e nello spirito e che proprio per questo avevano tanto da insegnare alle giovani generazioni.

È stata una moglie, una madre e una nonna attenta e affettuosa, una gran lavoratrice e soprattutto un’eccellente cuoca, sempre in prima linea nelle battaglie politiche, nelle campagne elettorali e soprattutto nell’auto-finanziamento del partito; quando si trattava di inforcare il grembiule e mettersi ai fornelli, che si trattasse di feste di Partito, di Libera, del sindacato, della pubblica assistenza o di qualsiasi festa del proprio paese, non importava, lei era sempre presente con dedizione, sudore e impegno, senza mai risparmiarsi.

La Redazione del Punto, il Sindaco e l’Unione Comunale del PD Pianorese esprimono vicinanza e le loro più sentire condoglianze al marito Carlo, alle figlie Prisca e Donatella e a tutta la sua bellissima famiglia; la “Festa del Botteghino” non sarà più la stessa senza di lei; la tristezza e il vuoto che lascia una persona così vengono compensati solo in parte dalle esperienze condivise e dai tanti momenti passati al suo fianco.

Il funerale si svolgerà Venerdì 15 Febbraio alle ore 14.30 presso la chiesa di San Salvatore di Casola (Botteghino). La camera mortuaria sara aperta al Sant’Orsola dalle 12 alle 13.30.

Ciao cara Anna e grazie per tutto quello che ci hai insegnato, ti vogliamo ricordare felice mentre in giardino poti le tue amate rose e canticchi una vecchia canzone di gioventù, con i pronipoti che ti giocano attorno all’ombra della magnolia.

 

Nella foto Anna Filippini insieme al sindaco Gabriele Minghetti

A Pianoro… la fascia 0-3 anni è una priorità

Perché è importante per un’amministrazione pubblica investire sull’infanzia? Un Comune che non stanzia risorse sull’infanzia, che disattende il soddisfacimento dei bisogni dei più piccoli, della loro formazione e a dare un sostegno ai genitori, è un’amministrazione che non ha cuore le sue risorse più preziose.

Negli ultimi anni il Comune di Pianoro ha dimostrato un grande impegno in favore dell’infanzia e del sostegno delle famiglie negli impegni di cura dei figli. Da questo impegno è nata La Carta dei Servizi 0-3: un documento che nasce dal lavoro congiunto degli amministratori, operatori e genitori dei tanti bambini che negli ultimi anni hanno frequentato i Nidi d’infanzia comunali.

Il documento  – pubblicato sul sito istituzionale del comune al link: http://www.comune.pianoro.bo.it/binary/comune_pianoro/scuola_istruzione/REGOLAMENTO_NIDO_2018.1523360017.pdf – è un’ottima guida per i neogenitori nella quale vengono riassunti i servizi educativi per l’infanzia. I Nidi comunali sono luoghi dove i bambini e le bambine sperimentano la vita in comunità, intrecciano le prime relazioni e scoprono in autonomia il mondo. Sono momenti cruciali di crescita, ecco perché è necessario favorire un sano ed armonico sviluppo psico-fisico con il coinvolgimento costante di pedagogisti esperti

 

Consuelo Tinti

 

Piena del Savena, il sindaco: “Qui il monitoraggio è stato costante”

Abbiamo avuto occasione di scambiare qualche parola con l’attuale sindaco Gabriele Minghetti sui fenomeni atmosferici che hanno colpito la nostra regione ed il nostro comune nei giorni scorsi.

A cosa è dovuta la piena che abbiamo visto nel fiume Savena nei giorni scorsi? Era prevista?

La piena a cui abbiamo assistito era stata prevista da una allerta meteo diramata dalla Regione alle ore 12:00 di venerdì 1 Febbraio. Era indicata per la nostra area una criticità idraulica arancione per venerdì sera e tutta la giornata di sabato.

Le cause sono da ricercare nelle particolari condizioni atmosferiche che hanno interessato la nostra zona la scorsa settimana, a fenomeni nevosi è susseguito un innalzamento repentino delle temperature che ha causato lo scioglimento della neve depositata al suolo. A tutto ciò si è aggiunta la pioggia.

Come si muove l’amministrazione in questi casi?

In funzione dell’entità dell’allerta si attivano la protezione civile ed i tecnici in diverse modalità. In questo caso a livello comunale si è trattato di attività di monitoraggio sia visivo che strumentale (tramite gli idrometri) del territorio. Alle ore 23:30 di venerdì sono stato contattato dalla Regione che mi ha avvisato che gli idrometri avevano rilevato un innalzamento del livello del fiume. Io personalmente sono uscito assieme ad un tecnico comunale e abbiamo contribuito al monitoraggio della situazione. Il livello più alto è stato raggiunto alle ore 6 del mattino di sabato, in cui è stato registrato un livello idrometrico per il fiume Savena di 1,53 metri. Fortunatamente non è stato necessario intervenire; il piano, qualora ce ne fosse stata necessità, prevedeva la chiusura della Fondovalle Savena almeno per la mattinata di sabato.

Ci sono state particolari criticità sul nostro territorio?

Il defluire seppur impetuoso delle acque non ha creato sul territorio di Pianoro particolari problemi. Colgo l’occasione per mandare un sostegno ed un abbraccio alle popolazioni delle aree del Reno così profondamente colpite a cui va tutta la nostra solidarietà ed un ringraziamento ai volontari, agli amministratori ed alle forze che hanno agito e stanno agendo per ripiristinare la situazione. Noi abbiamo verificato in quelle ore della notte e della prima mattina che non ci fossero situazioni di criticità, in particolare nei punti in cui storicamente il Savena era uscito dal suo alveo. L’unico punto di esondazione visibile è stato nell’area in prossimità del Ponte delle Oche a Rastignano. Si tratta di un’area prospicente al fiume che ha un rilievo modesto rispetto all’acqua ed è quindi un’area in cui quasi normalmente in caso di piena il fiume esonda, il cui accesso è stato prontamente chiuso. Ciò riduce il rischio che il fiume esondi in corrispondenza di abitazioni o strade. I recenti lavori di sistemazione degli argini nella zona di via del Pero, eseguiti dal servizio Area Reno e Po di Volano, hanno già dimostrato la loro efficacia.

Anche il torrente Zena è stato colpito da una piena abbastanza rilevante, ma in questo caso non ci sono stati problemi particolari.

Le due centrali micro-idroelettriche presenti lungo il fiume non sembrano aver creato problemi al normale corso dell’acqua: ce lo conferma?

Confermo ed evidenzio che il lavoro svolto in fase di insediamento delle centrali e concordato anch’esso con il Servizio Area Reno e Po di Volano ha avuto un effetto positivo sul fiume Savena; nella zona di intervento sono infatti state riviste le sponde.

Abbiamo letto sui social che ci sarebbero stati dei danni alla nuova ciclabile con alcuni metri di terra portati via dal fiume a Rastignano, come commenta la cosa?

Puntualizzerei confermando che la zona in oggetto non è interessata dal progetto della nuova ciclabile, la quale, lo ricordo, partirà dall’attuale percorso che inizia in Via del Pero e proseguirà da Via Bellini in direzione sud. Nella zona centrale di Rastignano si è verificato un distaccamento del terreno, in un’area che è territorio del comune di Bologna e che è stata recentemente soggetta a lavori di risistemazione della sponda fluviale con solo movimento di terreno, senza un intervento strutturale. La ciclabile è invece prevista proprio in una modalità che non impatti rispetto ad un ondata di piena: le zone in cui il percorso sarà più vicino all’alveo saranno prive di potenziali ostacoli quali panchine, lampioni, …  che potrebbero rappresentare un eventuale problema in caso di piena.

 

Filippo Zaniboni