Grazie a MLOL, a Pianoro puoi… leggere ovunque e a qualsiasi ora

Anche a Pianoro è attiva la MLOL – Media Library on Line, la biblioteca digitale metropolitana di Bologna, un servizio che consente agli utenti di 75 biblioteche pubbliche del capoluogo e del territorio l’accesso a risorse digitali – attraverso un portale dedicato – direttamente dalle loro postazioni personali (pc, tablet, smartphone, ipad), in autonomia e in modo gratuito, 24 ore su 24, indipendentemente dai limiti imposti dagli orari di apertura delle biblioteche e dalla gestione fisica della circolazione dei documenti.

Vero e proprio equivalente digitale delle tradizionali procedure di prestito e consultazione, la biblioteca digitale affianca quella fisica, ampliando significativamente l’offerta culturale pubblica: le collezioni digitali – in costante crescita – comprendono attualmente e-book e periodici (oltre 10.000 e-book dei maggiori editori italiani in download gratuito grazie al servizio di prestito interbibliotecario; più di 2.000 testate di quotidiani di tutto il mondo); contenuti audio e video (8 milioni di tracce musicali in download gratuito; 4.000 video open; un migliaio di audiolibri); banche dati, contenuti per l’e-learning, contenuti digitali prodotti dagli enti aderenti; infine, un blog dedicato (BiblioMediaBlog) fornisce a utenti e operatori una guida utile sulle risorse e sulla soluzione dei problemi tecnici.

La piattaforma garantisce accessibilità e fruibilità dei contenuti anche al pubblico con disabilità: il portale è disegnato secondo le indicazioni delle WCAG Web Content Accessibility Guidelines 2.0 -Livello AA e della Legge Stanca; gli utenti non vedenti e ipovedenti possono selezionare gli ebook dotati del “bollino LIA”, la certificazione di accessibilità attraverso gli strumenti standard (sintesi vocale, barre braille, lettura a caratteri ingranditi); i bibliotecari a loro volta possono individuare in fase di acquisto questi ebook certificati nel Negozio on line e ottenere informazioni aggiornate sul flusso dei libri dotati di questo tipo di garanzia immessi dagli editori italiani sul mercato. Inoltre, la nuova app MLOL reader è tra l’altro dotata di un font attivabile con il bottone “bacchetta magica” dagli utenti con problemi di dislessia.

Il servizio è stato attivato,  a partire dal 2012, attraverso l’adesione al network nazionale di sistemi bibliotecari MLOL, che consente l’acquisizione dei contenuti digitali e l’adesione alla relativa piattaforma di gestione e distribuzione collettiva delle risorse, nel rispetto della normativa sul diritto d’autore; Il coinvolgimento del maggior numero possibile di istituzioni bibliotecarie del territorio ha permesso l’armonizzazione delle politiche e delle procedure di accesso per gli utenti e un notevole abbattimento dei costi per le singole istituzioni, consentendo l’ottimizzazione della gestione e notevoli efficienze di carattere organizzativo ed economico.

MLOL Bologna è promosso da Città metropolitana di Bologna, in collaborazione con i Distretti culturali del territorio, e da Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna, con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Delle biblioteche partecipanti, 15 fanno parte dell’Istituzione bolognese, mentre 60 sono le biblioteche degli altri 55 Comuni del territorio. Il progetto rappresenta un significativo rafforzamento della cooperazione interbibliotecaria che si è consolidata, attraverso il Polo Ubo-Sbn, nell’ambito del sistema di governance distrettuale della cultura.

Piena del Savena, il sindaco: “Qui il monitoraggio è stato costante”

Abbiamo avuto occasione di scambiare qualche parola con l’attuale sindaco Gabriele Minghetti sui fenomeni atmosferici che hanno colpito la nostra regione ed il nostro comune nei giorni scorsi.

A cosa è dovuta la piena che abbiamo visto nel fiume Savena nei giorni scorsi? Era prevista?

La piena a cui abbiamo assistito era stata prevista da una allerta meteo diramata dalla Regione alle ore 12:00 di venerdì 1 Febbraio. Era indicata per la nostra area una criticità idraulica arancione per venerdì sera e tutta la giornata di sabato.

Le cause sono da ricercare nelle particolari condizioni atmosferiche che hanno interessato la nostra zona la scorsa settimana, a fenomeni nevosi è susseguito un innalzamento repentino delle temperature che ha causato lo scioglimento della neve depositata al suolo. A tutto ciò si è aggiunta la pioggia.

Come si muove l’amministrazione in questi casi?

In funzione dell’entità dell’allerta si attivano la protezione civile ed i tecnici in diverse modalità. In questo caso a livello comunale si è trattato di attività di monitoraggio sia visivo che strumentale (tramite gli idrometri) del territorio. Alle ore 23:30 di venerdì sono stato contattato dalla Regione che mi ha avvisato che gli idrometri avevano rilevato un innalzamento del livello del fiume. Io personalmente sono uscito assieme ad un tecnico comunale e abbiamo contribuito al monitoraggio della situazione. Il livello più alto è stato raggiunto alle ore 6 del mattino di sabato, in cui è stato registrato un livello idrometrico per il fiume Savena di 1,53 metri. Fortunatamente non è stato necessario intervenire; il piano, qualora ce ne fosse stata necessità, prevedeva la chiusura della Fondovalle Savena almeno per la mattinata di sabato.

Ci sono state particolari criticità sul nostro territorio?

Il defluire seppur impetuoso delle acque non ha creato sul territorio di Pianoro particolari problemi. Colgo l’occasione per mandare un sostegno ed un abbraccio alle popolazioni delle aree del Reno così profondamente colpite a cui va tutta la nostra solidarietà ed un ringraziamento ai volontari, agli amministratori ed alle forze che hanno agito e stanno agendo per ripiristinare la situazione. Noi abbiamo verificato in quelle ore della notte e della prima mattina che non ci fossero situazioni di criticità, in particolare nei punti in cui storicamente il Savena era uscito dal suo alveo. L’unico punto di esondazione visibile è stato nell’area in prossimità del Ponte delle Oche a Rastignano. Si tratta di un’area prospicente al fiume che ha un rilievo modesto rispetto all’acqua ed è quindi un’area in cui quasi normalmente in caso di piena il fiume esonda, il cui accesso è stato prontamente chiuso. Ciò riduce il rischio che il fiume esondi in corrispondenza di abitazioni o strade. I recenti lavori di sistemazione degli argini nella zona di via del Pero, eseguiti dal servizio Area Reno e Po di Volano, hanno già dimostrato la loro efficacia.

Anche il torrente Zena è stato colpito da una piena abbastanza rilevante, ma in questo caso non ci sono stati problemi particolari.

Le due centrali micro-idroelettriche presenti lungo il fiume non sembrano aver creato problemi al normale corso dell’acqua: ce lo conferma?

Confermo ed evidenzio che il lavoro svolto in fase di insediamento delle centrali e concordato anch’esso con il Servizio Area Reno e Po di Volano ha avuto un effetto positivo sul fiume Savena; nella zona di intervento sono infatti state riviste le sponde.

Abbiamo letto sui social che ci sarebbero stati dei danni alla nuova ciclabile con alcuni metri di terra portati via dal fiume a Rastignano, come commenta la cosa?

Puntualizzerei confermando che la zona in oggetto non è interessata dal progetto della nuova ciclabile, la quale, lo ricordo, partirà dall’attuale percorso che inizia in Via del Pero e proseguirà da Via Bellini in direzione sud. Nella zona centrale di Rastignano si è verificato un distaccamento del terreno, in un’area che è territorio del comune di Bologna e che è stata recentemente soggetta a lavori di risistemazione della sponda fluviale con solo movimento di terreno, senza un intervento strutturale. La ciclabile è invece prevista proprio in una modalità che non impatti rispetto ad un ondata di piena: le zone in cui il percorso sarà più vicino all’alveo saranno prive di potenziali ostacoli quali panchine, lampioni, …  che potrebbero rappresentare un eventuale problema in caso di piena.

 

Filippo Zaniboni

 

Differenziata a Pianoro, ecco come funziona un sistema virtuoso

Fare la raccolta differenziata è fondamentale per restituire i materiali all’ambiente trasformandoli in risorse preziose e l’attività svolta da ognuno di noi diventa di grande importanza perché separando i rifiuti e conferendoli in maniera corretta, recuperiamo materiali utili alla produzione di nuovi oggetti di cui ci serviamo ogni giorno, contribuendo a salvaguardare l’ambiente e a non sprecare le risorse naturali. Pertanto la consapevolezza e la responsabilità del cittadino nel corretto utilizzo dei servizi ambientali è fondamentale, serve la collaborazione e la partecipazione di tutti nei gesti quotidiani.

L’amministrazione comunale di Pianoro ha scelto da tempo di applicare il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani su tutto il territorio, adottando modalità di raccolta diverse a seconda delle molteplici realtà presenti e della conformazione del suo territorio che, con una superficie di ben 107 kmq circa, una popolazione di 17.573 abitanti (residenti al 31/10/2018 ) e un territorio prevalentemente collinare, con zone anche tendenzialmente montuose, non risulta di facile gestione.

I metodi di raccolta differenziata presenti sul territorio Pianorese sono i seguenti:

Porta a porta domiciliare

Raccolta effettuata a domicilio con sacchi, bidoncini, ecc con una calendarizzazione prestabilita

Contenitori stradali “Cassonetti”

Raccolta effettuata tramite contenitori posti su suolo pubblico a disposizione di tutti;

Contenitori stradali a calotta

Raccolta effettuata tramite contenitori posti su suolo pubblico dotati di calotta utilizzata in via sperimentale con scheda assegnata ad ogni nucleo famigliare

Su chiamata da parte dell’utente

Rifiuti ingombranti domestici

Centro di raccolta

Rifiuti urbani ingombranti o di difficile smaltimento nei normali cassonetti portanti direttamente dagli utenti nei Centri di Raccolta;

Altro

altri sistemi di raccolta ad esempio raccolte effettuate con varie modalità presso esclusivamente Utenze non Domestiche (attività produttive e/o artigianali, esercizi commerciali, scuole, uffici, ecc), rifiuti abbandonati, verde pubblico, ecc

La quasi totalità dei servizi di raccolta differenziata viene gestita per mezzo della società Hera S.p.A attraverso il ritiro di rifiuti solidi urbani indifferenziati, carta, plastica, vetro-alluminio e rifiuti organici conferiti all’interno dei cassonetti stradali; tale modalità di ritiro risulta essere la più diffusa sul territorio pianorese.

Sempre a cura di Hera il ritiro di rifiuti solidi urbani indifferenziati all’interno dei cassonetti stradali con calotta, ora liberi da scheda; tale modalità di ritiro viene utilizzata solamente nella frazione di Rastignano fino a Riolo.

Altra modalità il ritiro gratuito di rifiuti ingombranti presso il cassonetto su chiamata.

O ancora la raccolta delle potature a domicilio

Per completare il quadro, la raccolta domiciliare gratuita presso gli esercizi commerciali e particolari utenze

Sempre tramite Hera s.p.a., vengono gestite le zone di via Montelungo e via del Sasso da un lato e di via Buozzi e Montecalvo dall’altro, con il sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti.

Nel comune di Pianoro è inoltre presente la stazione ecologia di Pian di Macina, adibita al ritiro dei materiali che per volume o tipologia non possono essere conferiti nella normale raccolta differenziata; il servizio in oggetto ha l’obiettivo di incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti ingombranti e/o pericolosi ed è rivolto ai titolari di utenza domestica e non domestica TARI nel Comune di Pianoro.

Al momento tale Stazione Ecologica risulta chiusa per lavori di ammodernamento dell’impianto al fine di poter erogare ai cittadini un servizio migliore, ma a causa di imprevisti tecnici sopravvenuti in fase di esecuzione lavori la riapertura è stata ulteriormente posticipata; alla riapertura prenderà il nome di “Centro di Raccolta Comunale” ed entrerà in vigore anche il nuovo regolamento di gestione.

Il Comune di Pianoro si è comunque attivato per attenuare il disagio creato dalla chiusura prolungata della stazione ecologica potenziando il servizio di raccolta stradale degli ingombranti, che può essere prenotato chiamando l’Ufficio Ambiente al numero 051/6529129, e rendendo possibile il conferimento dei rifiuti da smaltire presso la Stazione Ecologica del Comune di Sasso Marconi situata in Via Vizzano 11, presentandosi con la tessera sanitaria dell’intestatario dell’utenza TARI; la stessa è aperta tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 12,30, il mercoledì dalle 15,30 alle 17,30 ed il sabato dalle 14,30 alle 16,30.

Inoltre l’amministrazione, tramite la Commissione Consigliare Ambiente e Territorio, sta lavorando sulla tematica dei rifiuti e in occasione dell’ultima seduta, svoltasi l’11/12/2018, è stato a lungo affrontato il tema delle telecamere mobili da collocare ipoteticamente in prossimità dei cassonetti nelle zone più critiche individuate sul territorio. Dal confronto tra il gruppo di maggioranza e le minoranze è stato deciso di attendere la riapertura della nuova stazione ecologica, per vedere se la problematica dell’abbandono non autorizzato di ingombranti ai lati dei cassonetti si attenuerà, nel frattempo l’amministrazione comunale con il supporto degli uffici comunali competenti continuerà con il monitoraggio degli abbandoni e con l’informazione ai cittadini degli strumenti a loro disposizione per il ritiro dei rifiuti ingombranti, ritrovandosi nuovamente nel mese di Febbraio 2019 per le valutazioni del caso.

Ogni ulteriore informazione al sito web: http://www.gruppohera.it/clienti/casa/casa_servizio_ambiente/casa_racc_diff/casa_stazioni_ecologiche/3246.html

Francesca Benazzi

Franca Filippini, candidata sindaco PD: “L’impegno per una Pianoro ancora più bella”

Conosciamo meglio la candidata Sindaco del PD, Franca Filippini che abbiamo avuto l’occasione di incontrare per una lunga chiacchierata.

Cittadina pianorese per nascita, residente sul territorio da sempre, vive in Val di Zena con la famiglia (e un cane). Attualmente Vicesindaco e Assessore all’Istruzione e Servizi educativi per l’infanzia e al Commercio di vicinato e già consigliere comunale: si direbbe che l’esperienza non le manca…

Voglio affermare innanzitutto che è un onore essermi prestata al servizio dei cittadini nell’amministrazione comunale in questi anni: l’esperienza amministrativa, è quello che posso portare come “valore aggiunto”. Avere la conoscenza del territorio e dell’istituzione in sé e del suo funzionamento è sicuramente importante, così come lo sono le competenze acquisite. Amministrare, in fondo, significa operare per il bene della comunità e del nostro territorio, mettersi al servizio dei cittadini e cercare di garantire loro la miglior qualità possibile dei servizi. Azione che, naturalmente, si traduce poi in qualità della vita, non lasciando indietro nessuno, seguendo i valori che hanno da sempre contraddistinto la realtà pianorese e che oggi dobbiamo stare attenti a dare per scontati nel Paese: solidarietà, pace, integrazione, educazione, lotta alla violenza e alle discriminazioni.

Siccome ha citato l’educazione: ci può dire in questi anni cosa si è realizzato in questo ambito?

In questi anni abbiamo lavorato per personalizzare il più possibile le rette dei nostri servizi scolastici e della mensa, in modo da poterle legare alla fruizione effettiva del servizio: se un bambino si assenta svariati giorni perché ammalato, ad esempio, la famiglia a fine mese avrà uno sgravio della retta.

Abbiamo recentemente aperto il nido part-time anche a Pianoro Nuovo (prima era presente solo a Rastignano) e un nuovo servizio in via sperimentale che intenderemo implementare e rendere strutturale: si tratta dello “Spazio bambini”, presso la ludoteca, con la presenza di un’educatrice dedicata due giorni a settimana: lo scopo è, naturalmente, quello di aiutare le famiglie offrendo uno spazio adatto e specifico per la socializzazione dei bambini, offrendo loro momenti di cura ed educazione anche non in presenza dei genitori.

Non dimentichiamo il Piano dell’Offerta Territoriale, che il comune ha messo a disposizione delle scuole: si tratta di progetti integrativi delle proposte didattiche realizzati anche grazie al contributo di associazioni e realtà locali, volti ad ampliare ed approfondire la conoscenza del territorio e alla formazione di una cittadinanza attiva fin dall’infanzia.

Una domanda personale: sente la pressione e la responsabilità della sfida?

Certamente, infatti la disponibilità in tal senso non l’ho data a cuor leggero e la notte dopo l’ufficialità della notizia non ho chiuso occhio. Ma la responsabilità non è solo della sfida, è anche e soprattutto per il ruolo. Abbiamo avuto un sindaco che ha amministrato con azioni, uno stile ed una presenza che sarà difficile eguagliare. Ho sempre preso degli impegni mettendomi a disposizione in prima persona e in maniera seria; mi approccio alla candidatura con spirito e voglia di imparare perché c’è sempre da imparare, nonostante quello che posso aver acquisito fin qui. Sono consapevole del fatto che si debbano mettere a disposizione le migliori forze e competenze e che, come ci ha insegnato chi ha amministrato dal dopoguerra ad oggi, è importante costruire un programma ed una conseguente azione amministrativa insieme: credo fermamente nel lavoro di squadra, rifiuto l’idea dell’uomo solo al comando. Infatti, al mio fianco nella squadra sono orgogliosa di poter dire che avrò Marco Zuffi, 30 anni, consigliere comunale durante i mandati di Gabriele (Minghetti ndr), delegato all’Unione Savena Idice. Sono certa che insieme a lui sapremo proseguire nel solco già tracciato.

Con quali idee vi presenterete ai pianoresi? In che direzione orienterete la vostra azione amministrativa nei prossimi anni?

Senza dubbio la nostra azione amministrativa sarà nel solco di quei valori fondamentali citati prima, nel rispetto della Costituzione, di quanto messo in campo o iniziato dall’amministrazione attuale. Penso, ad esempio, al completamento delle opere necessarie per una mobilità di qualità (dal completamento del secondo stralcio del Nodo di Rastignano) sia per i cittadini che per le numerose attività produttive del territorio, all’incremento del trasporto pubblico su ferrovia (attuazione del PUMS -Piano Urbano della Mobilità Sostenibile- della Città Metropolitana di Bologna), al completamento della pista ciclabile.

Penso alla prosecuzione di tutte le iniziative e i progetti contro la violenza di genere, a quelli in collaborazione con le biblioteche per persone di ogni età, al contributo enorme dato dalle molte associazioni del territorio. Un patrimonio inestimabile. E questo solo per citarne alcune. Non da ultimo: mantenere attenzione e fare ogni sforzo possibile perché a tutti cittadini vengano date le stesse opportunità di condurre una vita in salute e dignitosa, senza lasciare indietro nessuno. Questo è stato uno sforzo fatto durante tutti questi anni, ma sicuramente non ci si può fermare. I bisogni sociali sono in costante crescita (non solo su questo territorio, ma a livello nazionale) ed è nostro dovere dare risposte ai cittadini con azioni concrete che garantiscano (per quanto attiene alle competenze dell’ente locale) lo sviluppo di ognuno in libertà ed uguaglianza e che facciano sentire tutti partecipi e ciascuno parte di una stessa comunità.

Naturalmente, dovremo riuscire a cogliere i nuovi e sempre diversi bisogni dei cittadini. Continuità da un lato, mantenendo il buon governo avuto finora, ma rinnovamento dall’altro. Credo che la tutela e la sostenibilità ambientale giocheranno un ruolo importante: abbiamo la fortuna di abitare in un territorio che ci offre paesaggi spettacolari e molte persone chiedono ulteriore valorizzazione per poterne fruire in armonia con la natura, ad esempio.

Si parla tanto di cambiamento. Spesso è un cambiare “per cambiare”. Cosa ne pensa?

Il cambiamento ha senso quando esiste qualcosa da cambiare radicalmente. Sicuramente non tutto è perfetto, a Pianoro come altrove, ma sfido chiunque a contestare il livello di servizi che l’amministrazione comunale ha sviluppato negli anni. Sono servizi per la popolazione che abbiamo pensato e gestito e vorremmo continuare a fare, rinnovandoci negli strumenti e nelle proposte ma con la consapevolezza di quanto c’è, grazie all’amministrazione comunale, nel nostro territorio.

Quindi ritengo, forse con un filo di arroganza, che il cambiamento a Pianoro sia un rischio enorme. Quello che si corre tra un buon governo, seppur con margini di miglioramento, e un punto di domanda. Un’incognita, nella migliore delle ipotesi…

 

Sara Lattanzio

 

Pianoro saluta Pietro Sarti e Prode Mazzoli

Il 2018 purtroppo si è concluso con due perdite che lasceranno un vuoto non indifferente nella comunità pianorese.

Pietro Sarti (78 anni) e Prode Mazzoli (94 anni). Due uomini diversi, ognuno con una forte identità, ma accomunati da una grande passione per tutto ciò che riguardasse l’aiuto, la comunità, il senso di appartenenza al proprio territorio, il bene comune e l’aggregazione. Valori non scontati, figli del dopoguerra e degli anni della ricostruzione, esempi importanti per le giovani generazioni soprattutto in un’epoca dove tutto corre sempre più veloce e l’individualismo la fa da padrone.

L’ANPI di Pianoro ha ricordato Pietro come “un amico sincero, un compagno vero, una persona gentile e buona. Sempre in prima fila per gli altri, per aiutare qualcuno, che fossero i bambini all’uscita di scuola o gli adulti nelle iniziative sociali e popolari del paese… il 25 Aprile ci sembrerà ancora di sentirti cantare Bella Ciao assieme al coro Blue Sky”.

Anche il Sindaco Minghetti ha voluto ricordarlo per il suo impegno nel sociale, per l’aiuto che dava come volontario, nell’essere sempre in prima fila quando si trattava di mettersi alle griglie e cucinare nelle sagre di paese o preparare il vin brulé mentre brucia il vecchione in Piazza dei Martiri a Capodanno e, infine, promuovendo tenacemente gli ideali democratici e antifascisti.

Il suo esempio, non comune, è una strada da continuare a seguire e percorrere.

Prode Mazzoli è stato vicesindaco di Pianoro negli anni ’80, è sempre stato molto attivo sul piano politico, fondatore dell’Arcipelago e del Circolo I° Maggio; alle esequie, tenutesi al Museo Arti e Mestieri Piero Lazzarini, erano presenti numerosi esponenti dei centri sociali e del PD locale a dimostrazione proprio del suo grande impegno comprovato nei tanti anni di militanza.

Amava raccontare di essere nato a Pianoro nel 1924 l’anno del delitto Matteotti, per sottolineare la sua appartenenza politica tutta a sinistra, sicuramente derivante dalla dolorosa esperienza, che lo aveva segnato fortemente, della deportazione in Germania come soldato, ricevendo nel 2013 dal Prefetto di Bologna la medaglia d’oro, proprio per questo motivo.

È stato iscritto al PCI fino al suo scioglimento, seguendo tutte le fasi attraversate dal partito in questi anni, dando il suo prezioso contributo anche nelle ultime campagne elettorali, partecipando attivamente alle iniziative e alle riunioni del PD locale anche negli ultimi mesi prima della malattia. In tanti su questo territorio hanno letto e ricordano anche le sue memorie scritte in un libro in cui Prode, attraverso la sua esperienza di vita a Pianoro, ripercorre in maniera limpida gli anni difficili, le lotte e lo sviluppo economico del nostro comune.

Anche Prode è stato ricordato dal Sindaco Minghetti: “Un uomo sempre attivo nel partito, curioso e attento alla vita del paese a cui partecipava contribuendo in prima persona, un modello e un esempio da seguire”.

Il partito pianorese e la redazione de “Il Punto” esprimono le più sentite condoglianze alle famiglie di due figure che tanto hanno dato a questa comunità.

Che la terra vi sia lieve.

 

(Nella foto da sinistra, Prode Mazzoli e Pietro Sarti)

Scuola dell’infanzia, trasferite due sezioni

Da lunedì 7 gennaio due sezioni della scuola dell’infanzia pianorese Nonna Orsa, composte da circa 50 bambini in tutto, sono state trasferite presso i locali della primaria “Diana Sabbi” dove hanno ripreso a pieno regime tutte le attività scolastiche e dove gli alunni potranno finir l’anno scolastico in tranquillità; l’amministrazione comunale ha infatti ritenuto opportuno e più prudente effettuare questo spostamento per ragioni di sicurezza, in quanto in seguito ad un monitoraggio degli edifici scolastici, effettuato durante le vacanze natalizie, sono emerse alcune criticità strutturali, riguardanti in questo caso solamente l’ala est dell’edifico, realizzata in seguito ad un ampliamento effettuato negli anni ’80.

Dalle verifiche statiche e di vulnerabilità effettuate, come dichiarato dal Sindaco Gabriele Minghetti, è emerso che la struttura non presenta criticità nelle fondazioni, realizzate in calcestruzzo armato, o nel solaio e nel sottotetto, costruiti in laterocemento, bensì nella muratura portante in laterizi forati, che non consente un’adeguata sicurezza rispetto ai carichi verticali.

L’Assessore Filippini e il Sindaco Minghetti stanno valutando quale sia l’intervento più consono da realizzare, anche rispetto alle risorse economiche da reperire, decidendo se sia più opportuno consolidare la parte della scuola dell’infanzia Nonna Orsa in oggetto oppure realizzare un ampliamento del Colibrì, l’altra scuola dell’infanzia di Pianoro.

Visti anche i margini temporali ristretti in cui si è dovuto provvedere al trasloco di tutto quello che era presente nelle aule, l’amministrazione ha ringraziato il personale scolastico che si è messo a disposizione, gli insegnanti e la scuola tutta. L’équipe delle insegnanti e il coordinatore pedagogico del comune programmeranno al meglio la continuità delle attività educative per garantire al meglio la qualità dell’offerta formativa.

Questo monitoraggio di tutti gli edifici scolastici presenti sul nostro territorio fa parte di un progetto che l’amministrazione sta portando avanti, ormai da anni, con l’intento di garantire la sicurezza nelle scuole; a settembre infatti sono stati presentati i lavori di adeguamento e miglioramento sismico realizzati durante l’estate sulla scuola primaria di Pianoro Vecchio e di Rastignano e i lavori di rifacimento della palestra delle scuola  Margherita Hack di Rastignano; nel 2016 si era già intervenuti sullo stabile e sulla palestra delle scuole Diana Sabbi con un intervento piuttosto importante.

L’edilizia scolastica, come già ribadito più volte dal Sindaco, è sempre stato un obiettivo di mandato, che questa amministrazione con numerosi sforzi, legati soprattutto al reperimento dei fondi necessari, sta perseguendo e cercando di portare a termine.

L’ANALISI – Decreto Salvini, quando il razzismo diventa istituzionale

Il 5 ottobre scorso è entrato in vigore il Decreto-legge 113/2018, il cosiddetto Decreto Salvini, che apporta alcune rilevanti novità in merito all’accoglienza di richiedenti asilo.

Molti sono i punti in discussione: tra i più controversi ritroviamo, ad esempio, l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, e la sua conversione in permesso di soggiorno per “protezione speciale”, con validità annuale, nel caso in cui la Commissione territoriale ritenga sussistenti il rischio di persecuzione o tortura nel paese d’origine.

Vengono poi introdotti una serie di permessi di soggiorno nuovi, tra cui il permesso di soggiorno per cure mediche, per calamità, per “atti di particolare valore civile”.  Si parla poi di “casi speciali” per alcune tipologie di permesso di soggiorno che rientravano nella fattispecie della protezione umanitaria, nello specifico permessi per protezione sociale (vittime di tratta – in casi di “accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento nei confronti di uno straniero ed emergano concreti pericoli per la sua incolumità, per effetto dei tentativi di sottrarsi ai condizionamenti di un’associazione dedita ad uno di tali delitti o delle dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari o del giudizio”), per vittime di violenza domestica o per particolare sfruttamento lavorativo.

Si evidenzia su questo tema come solo i permessi per casi speciali e valore civile potranno essere convertiti in permessi di lavoro.

Passando al sistema dell’accoglienza,  si ristabiliscono le regole di accesso allo SPRAR  (sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, progetto nazionale costituito dalla rete degli enti locali che con il supporto delle realtà del terzo settore garantiscono interventi di accoglienza integrata a donne, uomini e minori richiedenti protezione internazionale): attraverso Il dl 113/2018 potranno accedere a strutture SPRAR solo i titolari di protezione internazionale (status di rifugiato o protezione sussidiaria), i minori non accompagnati, i titolari di permesso di soggiorno per cure mediche, calamità, atti di particolare valore civile o casi speciali. Si escludono quindi i richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria, casi speciali o protezione speciale: i primi saranno destinati esclusivamente ai CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria, gestiti dalle prefetture, il cui scopo è fornire una prima accoglienza ai richiedenti asilo), mentre coloro già in possesso di un permesso di soggiorno sono tenuti ad uscire dalla struttura entro sette giorni dall’ottenimento del permesso.

Continuando, importanti variazioni si verificano per quanto riguarda l’accesso ai servizi: il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo ora costituisce anche documento di identificazione ma, al tempo stesso, non è più titolo per ottenere l’iscrizione anagrafica, che viene, di fatto, eliminata; ne consegue, tra l’altro, che al richiedente asilo non potrà più essere rilasciata la carta di identità.

Secondo il decreto, “l’accesso ai servizi previsti dal presente decreto e a quelli comunque erogati sul territorio ai sensi delle norme vigenti è assicurato nel luogo di domicilio”.

Infine, a fronte di drastici tagli al sistema dell’accoglienza, si rimpingua progressivamente Il Fondo per i Rimpatri, incrementato di 500mila euro per il 2018, di 1.500.000 euro per il 2019 e di 1.500.000 euro per il 2020; si prevede l’istituzione di un centro per i rimpatri (CPR, i vecchi CIE) per regione, e si prolunga la permanenza in quest’ultimi dai 90 giorni ai 180. Si specifica inoltre come, qualora non fossero disponibili posti nei CPR, si utilizzeranno “strutture diverse e idonee nella disponibilità dell’autorità di pubblica sicurezza”, vale a dire le carceri.

Nei quasi due mesi trascorsi dalla pubblicazione del decreto sono moltissime le critiche e mobilitazioni contro la manovra: “lampante la volontà di restringere i diritti e le libertà degli individui e di creare nuove forme di tensione sociale”, denuncia ASGI, l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, che denuncia i molti elementi di incostituzionalità presenti nel decreto, a partire dalla scelta politica di ricorrere ad un istituto (il decreto-legge), da utilizzarsi in particolari situazioni di urgenza ed emergenza, ed emanati dal governo. Il decreto-legge è provvisorio per sua natura: il termine è di 60 giorni per permettere al Parlamento di approvarlo o cancellarlo, ma entra in vigore dalla sua pubblicazione.

Sono poi state mosse numerose obiezioni all’abrogazione del permesso per motivi umanitari, rilasciato finora a circa un quarto dei richiedenti in Italia; esso si traduceva in uno dei modi per applicare l’articolo 10 della costituzione, quello che garantisce il diritto d’asilo, ed era rilasciato per “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”, oppure alle persone che fuggono da emergenze come conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in paesi extra UE. Tale definizione, che ha lasciato ampi margini interpretativi, consentiva di attribuire il permesso in una varietà di casi, che sono, con il decreto, drasticamente ridotti, semplificati e specifici. L’impossibilità di convertire un gran numero dei nuovi permessi (peraltro tutti di breve durata) in permessi di soggiorno per lavoro condanna di fatto anche la persona che ha ottenuto il documento a non potersi evolvere dalla sua condizione di migrante ex richiedente asilo.

Anche da parte delle amministrazioni locali, tramite l’ANCI e i gestori del sistema SPRAR, è arrivata la bocciatura: è infatti evidente come la contrazione dello SPRAR, riconosciuto unanimemente come un’istituzione efficace per l’integrazione diffusa dei suoi ospiti, con standard rigorosi di erogazione dei servizi unito a un attento controllo della spesa, avrà pesanti ricadute sui territori e sui loro servizi. La contrazione dei fondi stanziati per l’accoglienza costringerà i CAS a limitare i servizi a quelli essenziali, smantellando tutte quelle fondamentali misure vero motore dell’integrazione, dall’offerta di corsi di italiano, all’assistenza legale o sanitaria.

Sull’accesso ai servizi, sempre secondo ASGI, il divieto dell’iscrizione anagrafica “introduce una irragionevole discriminazione rispetto agli altri stranieri in possesso di permesso di soggiorno che, in presenza di dimora abituale o domicilio effettivo (come quello dei richiedenti asilo), sono obbligatoriamente iscritti alle anagrafi delle popolazioni residenti a condizione di parità coi cittadini italiani”.

Quante sono le situazioni che nella nostra vita ci richiedono di presentare una carta di identità, o necessitano della residenza anagrafica? Dall’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, per poi passare al Centro per l’Impiego, per la redazione dell’ISEE o per l’iscrizione dei figli a scuola. La mancata iscrizione anagrafica comporta serie difficoltà di gestione della vita quotidiana sia per i richiedenti, che per i dipendenti dei servizi, che dovranno al più presto adeguarsi al fatto che il permesso di soggiorno costituisce l’unico documento identificativo a loro disposizione. Secondo ASGI “È tuttavia probabile che, erroneamente, molti enti continueranno a richiedere la residenza, ostacolando gravemente l’accesso dei richiedenti asilo a tutti quei servizi ai quali per legge hanno diritto sulla base del domicilio”. Volendo poi allinearsi con l’idea che la presenza di migranti sui territori vada controllata, con questo provvedimento i Comuni non avranno più la possibilità di verificare esattamente quanti e chi siano i richiedenti presenti.

In conclusione, appare evidente come il decreto miri a non solo svuotare quegli istituti che, faticosamente, negli anni, hanno contribuito a creare un modello per l’accoglienza, ma anche a rendere di faticoso se non impossibile accesso alcuni diritti, che si rivelano ora, tutt’altro che universali. Il nostro Paese si prepara a diventare sistematicamente più inospitale, e la legislazione così declinata genererà inevitabilmente una moltitudine di migranti irregolari, a fronte però dell’impossibilità di procedere con quei rimpatri tanto sbandierati dalle destre. I rimpatri comportano infatti un massiccio lavoro amministrativo e diplomatico di raccordo con i paesi di origine, che risulta ancora molto lontano dal realizzarsi.

Dal decreto risulterà una maggiore esclusione sociale, meno integrazione, e, in ultimo, una insicurezza generalizzata, in antitesi con il titolo stesso del provvedimento, ma forse in allineamento con le imminenti elezioni europee, alle quali la Lega arriverà cavalcando l’onda degli effetti nefasti della manovra.

Per approfondire:

www.asgi.it

www.meltingpot.org

www.sprar.it

Aurora Dall’Olio

PUMS di Bologna, c’è anche il nodo di Rastignano

Si è discusso anche del completamento del nodo di Rastignano, e di come procedere alla pianificazione strategica di primo e secondo stralcio, nell’ambito del PUMS, Piano urbano della mobilità sostenibile di Bologna città metropolitana, approvato il 27 novembre scorso.

Abbiamo approfondito l’argomento con Gabriele Minghetti – Presidente Unione Valli Savena e Idice – e Marco Monesi – Consigliere metropolitano con delega alla mobilità.

Incontri come quello avvenuto a Idice il 4 dicembre sono importanti per raccontare un lavoro iniziato nel 2016, per capire la strategia di fondo che sta alla base dello sviluppo della mobilità nella nostra comunità e della valorizzazione di Bologna metropolitana come elemento strategico per portare avanti aspetti della mobilità ad un livello più ampio della città metropolitana che coinvolge le 7 unioni che compongono il territorio.

La visione complessiva è che la mobilità è un mezzo e non un fine e che tutte le azioni devono contribuire ad alcuni obiettivi: miglioramento qualità della vita, dello spostamento, qualità delle relazioni sociali e che abbia sostenibilità ambientale, che produca meno incidenti e quindi più sicurezza.

Cinque i macro obiettivi definiti dal piano. Ossia aumentare il livello di accessibilità al territorio, tutelare il clima, cioè rispettare gli obiettivi nazionali e internazionale… E ancora preoccuparsi della salubrità e qualità aria, ossia rispettare gli obiettivi regionali, e della sicurezza stradale, che si traduce nel ridurre l’incidentalità generata dalla mobilità del 50% entro il 2020 rispetto al 2010. Infine non dimenticare vivibilità e qualità urbana, coesione e attrattività del territorio metropolitano e del suo ruolo internazionale.

Il PUMS invita i Comuni esterni, tra cui anche Pianoro, a ragionare a livello metropolitano perché il 45% della mobilità bolognese viene da fuori, cittadini della città metropolitana che tutti i giorni entrano a Bologna per le loro attività. Attualmente gli spostamenti quotidiani nella città metropolitana sono 2.700.000, di cui 1.600.000 avvengono in auto e 700.000 coinvolgono Bologna città.

Obiettivo al 2030 è quello di ridurre gli spostamenti di 440.000 unità, privilegiando trasporto pubblico e bici. Quando si parla di sostenibilità sociale significa per la nostra Unione parlare anche di livello di equità, di periferie, di Appennino, e più opportunità per raggiungere servizi.

Obiettivo significativo quello di arrivare al biglietto unico e alla tariffazione unica, sia per i tratti treno-gomma che per quelli gomma-gomma.

C’è anche l’intenzione di potenziare il servizio metropolitano ferroviario, arrivando in larga parte alla cadenza di 15 minuti tra un mezzo e l’altro nelle 6 ore di punta.

Infine si è parlato di riorganizzare le autolinee. L’idea è che le realtà extraurbane trovino lo scambio prima di entrare a Bologna e fare in modo che le corriere non entrino in città e ci siano centri di mobilità come centri scambiatori per agevolare la mobilità con lo stesso biglietto per andare verso la città.

Ecco gli obiettivi per punti

  • Biglietto unico: con lo stesso biglietto si può prendere bus-tram-treno
  • Servizio ferroviario metropolitano: completamento e aggiunta di un treno ogni 15 min all’ora di punta
  • Rete tranviaria metropolitana: rete portante urbana, con l’introduzione di 4 linee tranviarie
  • Metrobus: 7 linee di bus extraurbani veloci su corsie riservate
  • Rete bus extraurbana: potenziamento della rete di II e III livello
  • Centri di mobilità: 30 luoghi di interscambio tra le modalità di trasporto
  • 700km di piste ciclabili da realizzare
  • 2 nuove reti ciclabili integrate, la rete metropolitana per gli spostamenti quotidiani e la rete metropolitana cicloturistica per il turismo nazionale ed internazionale

 

Consuelo Tinti

Anche a Pianoro la contraccezione è gratuita

Dal 1° Gennaio 2018 la contraccezione in Emilia-Romagna è gratuita per tutti gli under 26, purché residenti in un comune della regione e iscritti al Servizio Sanitario Nazionale.

Per usufruire del servizio basta recarsi nei consultori familiari delle Aziende USL o in uno Spazio Giovani.

Il progetto si rivolge, oltre che ai giovani, alle donne tra i 26 e 45 anni con esenzione di disoccupazione o lavoratrici colpite dalla crisi, nei 24 mesi successivi a una interruzione volontaria di gravidanza e nei 12 mesi successivi al parto, richiedenti asilo compresi.

Dare alle donne e agli uomini la possibilità di procurarsi metodi anticoncezionali gratuiti è un elemento di protezione, oltre che fisica, psicologica” e le parole dell’assessore regionale alla sanità, Sergio Venturi, diventano così realtà.

Gli anticoncezionali che rientrano nel piano e vengono gratuitamente distribuiti sono – preservativi maschili e femminili, pillole, spirali, anelli, impianti sottocutanei ed è anche disponibile la contraccezione d’emergenza, la famosa “pillola del giorno dopo”.

Nella provincia di Bologna è l’Azienda USL che garantisce questa tipologia di assistenza al cittadino tramite una fitta rete di Consultori Familiari. Sono presenti 31 strutture dislocate in modo da coprire tutto il territorio provinciale e uno di questi centri si trova a Pianoro in via del Risorgimento 8. Il consultorio familiare ospita al proprio interno uno spazio giovani che fornisce assistenza e supporto per ragazzi e ragazze. Lo scopo è quello di creare un ambiente riservato e protetto in cui affrontare problematiche legate alla sessualità, alla vita affettiva e relazionale, problematiche ginecologiche, di contraccezione e prevenzione. I ragazzi che si rivolgono al centro possono richiedere in via del tutto libera, una visita ginecologica, psicologica, consulenza per una gravidanza o per contraccezione, consulenza su alimentazione e comportamenti alimentari non corretti e applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

Questa delibera regionale risulta una misura epocale nel nostro sistema di salute pubblica ed è importantissimo riuscire ad assicurare sul territorio le visite e l’erogazione gratuita dei contraccettivi. A fronte dei numerosi tagli il personale faticava a sostenere l’ingente carico di lavoro e ad oggi, infatti, il consultorio presente nel nostro comune non riesce a garantire un servizio pieno di otto ore giornaliere. Con la recente delibera della regione Emilia Romagna diventa necessità incrementare il personale attraverso l’istituzione di un nuovo bando richiesto dal Consiglio Comunale, per far sì che il servizio sia fruibile anche ai giovani di Pianoro.

Al momento dopo il pensionamento della ginecologa presente presso il consultorio di Pianoro, l’ASL non ha ancora provveduto ad una sua sostituzione. Mercoledì 28/11/2018 il gruppo consigliare “Centrosinistra per Pianoro” presenterà/ha presentato in consiglio comunale un o.d.g. per sollecitare gli enti preposti ad adoperarsi per far si che il servizio di consultorio possa essere fruito dai cittadini pianoresi come previsto dalla legge regionale, con un adeguata copertura oraria e con la presenza di una ginecologa.

Chiara Monti

 

Dove rivolgersi per informazioni?

Consultorio Familiare Distretto S. Lazzaro di Savena / Pianoro

Via Risorgimento, 8 – 40065 – PIANORO

Numero Centralino: 051 776050

 

Asfalto con materiali di riciclo, sperimentazione a Pianoro

C’è un asfalto innovativo con cui pavimentare alcune strade. E il Comune di Pianoro guarda a questa innovazione con grande interesse.

Si tratta di un asfalto utilizzato in via sperimentale in un tratto di circa 500 metri in via Lelli a Rastignano. Un materiale ottenuto mescolando al bitume pneumatici usati giunti a fine vita, i principali vantaggi che questa tecnologia promette sono minore rumorosità, maggiore sicurezza stradale dovuta alla migliore aderenza offerta dalla strada e maggiore durata dovuta alla maggiore elasticita della distesa di asfalto.

Si tratta inoltre di una soluzione “ecologica” perchè prevede il riciclo di materiale con conseguente riduzione dei rifiuti. Resta il tema dei costi. Questo tipo di strade ha infatti un costo circa 15/20% più alto ma il comune di pianoro, essendo una sperimentazione, ha pagato questa tratta di strada con prezzo normale. Un costo maggiorato che comunque compensato dalla minor manutenzione

In questa sperimentazione sono coinvolti l’Università di bologna (sezione strade) per le competenze, la ditta Valli Zabban per il materiale e la posa e come detto il comune di pianoro.

La sperimentazione prevede due zone attigue asfaltate rispettivamente con materiale tradizionale e materiale innovativo che verranno costantemente monitorate nel corso del tempo. L’11 Maggio 2018 è stato organizzato a Pianoro (al museo arti e mestieri Pietro Lazzarini) un seminario a cui hanno partecipato istituzioni (comune di pianoro e di zola predosa), l’ordine degli ingegneri di Bologna, TPER, l’azienda che installato la tratta sperimentale, università di Bologna (https://www.ecopneus.it/news/asfalti/gli-asfalti-modificati-sotto-i-riflettori-l11-maggio-a-pianoro-bo-un-seminario-sullevoluzione-della-tecnologia-e-le-tante-positive-esperienze-nel-bolognese/)