Intervista ad alcuni commercianti di Pianoro

Massimo Bena e sua moglie Giulia, Trattoria Da Massimino a Pianoro

Perché avete scelto di vivere a Pianoro?

Massimo: prima di arrivare a Pianoro ho lavorato in giro per l’Italia, il ristorante “Vanes” a Livergnano, gestito dal 2009 al 2013, è stata la prima esperienza come attività in proprio, avevamo una bella cucina e un’enorme veranda. Siamo arrivati a Pianoro grazie al Comune che ci ha cercati per chiederci di venire ad aprire un ristorante qui nel nuovo centro: è nato “Da Massimino”; senza l’aiuto del Comune forse non saremmo riusciti a venire qui, abbiamo fatto una scommessa assieme all’amministrazione che ha creduto in noi. Scommessa vinta!

Giulia: io abito a Rastignano da quando avevo 18 anni, Massimo è arrivato a Pianoro per amore, e assieme abbiamo avviato la nostra attività lavorativa e abbiamo scelto Pianoro .

Perché state bene a Pianoro? Cosa vi piace del Comune?

La qualità di vita di Pianoro ha fatto sì che comprassimo l’attività qui, per noi che abbiamo dei bambini è un territorio impagabile. Del nostro Comune ci piace il poter vivere circondati dal verde, è una città a misura d’uomo, c’è tutto quello che cerchi, non manca quasi nulla e anzi offre molti servizi.

Cosa vi piacerebbe che facesse di più il Comune in termini di servizi?

Secondo noi quel che manca è il controllo sui ragazzini un po’ più vivaci, più educazione civica rivolta ai ragazzi, più controlli da parte delle forze dell’ordine; mi piacerebbe che il nuovo centro fosse mantenuto più pulito. Vorremmo inoltre un servizio pubblico più attivo, attraverso un incremento delle corse di treni e autobus perché dopo le 7 di sera non ci sono più corse.

Il 26 maggio si vota per il rinnovo della carica di Sindaco e dell’amministrazione comunale, cosa vi aspettate da queste elezioni?

Vorrei un sindaco più presente. Ultimamente, per esempio, hanno tolto molti giochi al parco.

Beniamino Baleotti, proprietario Atelier Il Re della Sfoglia, piazza dei Martiri a Pianoro

Come mai ha scelto di aprire la sua attività a Pianoro?

Abito sulle colline di Pianoro con la mia famiglia da più di 30 anni, è un posto magnifico dove stare in maniera comoda e sana; ho deciso di aprire qui la mia attività perché innanzitutto a Pianoro mancava un pastificio e poi perché è importante mantenere e dare continuità alla tradizione bolognese e alle nostre arti; ormai si trovano solo prodotti industriali, il prodotto fatto al mattarello come si faceva una volta è difficile da trovare. L’idea ha funzionato molto, in più, avendo la vetrina proprio sulla piazza del paese la gente che passa si ferma incantata a guardare quest’arte della pasta fatta al mattarello; mi sembra davvero una cosa buona aver potuto aprire un negozio in piazza, dopo un anno la gente è contenta e io sono soddisfatto.

Si trova bene a Pianoro? C’è qualcosa che le piace particolarmente del Comune e del territorio?

Sì, a Pianoro si sta bene, mi piace molto il territorio collinare, il verde, la vivibilità e anche la sicurezza; la parte nuova del centro ha dato sicuramente un tocco in più al paese, anche per i giovani e per una rinascita generale del Comune.

C’è qualcosa che le piacerebbe venisse fatto dal Comune su Pianoro, qualche idea in particolare che le piacerebbe venisse realizzata dalla futura amministrazione comunale?

Mi piacerebbe che venissero incentivati nuovi progetti per il mantenimento delle tradizioni dei nostri territori ma che allo stesso coinvolgessero le giovani generazioni, sia come clienti che come imprenditori, magari agevolando l’imprenditoria giovanile: progetti che sponsorizzassero maggiormente le attività presenti sul nostro territorio favorendo il turismo enogastronomico, cercando di spingere sulle nostre aziende locali, raccontarle e cercare di fare più aggregazioni fra i vari produttori locali con ristoratori e negozianti. Mi piacerebbe anche organizzare un “festival della sfoglia” coinvolgendo le eccellenze della pasta fatta in casa nel bolognese e anche quelle italiane per portare la sfoglia in strada.

Massimo di Lucca , Tabaccheria della Piazza, piazza dei Martiri a Pianoro

Come mai ha scelto Pianoro?

Mi sono trasferito a Pianoro con i miei genitori nel 1981; ho scelto di continuare a vivere qui perché è un paesino accogliente dove si vive bene e anche ben servito dai mezzi pubblici, inoltre ho trovato lavoro qui e per questo ho deciso di non spostarmi.

Perché sta bene a Pianoro?

La qualità della vita è abbastanza buona e andare a cercare altrove quello che posso trovare a Pianoro non aveva senso anche perché avere il lavoro vicino a casa è impagabile.

Quando ha deciso di trasferire la sua attività commerciale da Carteria avrebbe potuto fare un’altra scelta e andare verso Bologna: ha scelto di rimanere nel Comune di Pianoro.

Sì, la scelta è stata dettata dal fatto della vicinanza a casa e dalla possibilità di poter rilavare una tabaccheria nella piazza del centro di Pianoro, una posizione molto favorevole.

C’è qualcosa che le piace particolarmente del Comune a livello di servizi?

Mi trovo abbastanza bene con tutto, credo che la qualità della vita a Pianoro sia piuttosto elevata ma c’è sempre la possibilità di migliorare come in tutte le cose, però guardandoci intorno possiamo ritenerci fortunati.

Cosa le piacerebbe che facesse il Comune di Pianoro per migliorare in termine di servizi?

Coinvolgere maggiormente la cittadinanza attraverso i social network e delle app specifiche per far sì che i problemi emergano più in fretta e compatibilmente con le disponibilità economiche del Comune poter intervenire in maniera più tempestiva.

Non essendo residente nel Comune di Pianoro ma avendo un’attività commerciale sul territorio cosa si aspetti dalle prossime elezioni amministrative?

Non voto a Pianoro ma da quando sono qui ho notato che le amministrazioni che si sono susseguite hanno sempre cercato un dialogo con la cittadinanza cercando di coinvolgerla, risolvere le problematiche e migliorare, anche sbagliando a volte, ma solo chi non lavora non sbaglia: secondo me tutte le amministrazioni in questi anni hanno sempre fatto bene, spero che si continui con questa linea.

Duilio Sassatelli detto Giannino: “non ho dubbi su chi voterò”

Duilio Sassatelli, classe 1922

In occasione della festa della Liberazione abbiamo intervistato Duilio Sassatelli, conosciuto come Giannino della Carteria, 97 anni compiuti, che ci ha accolto in casa sua, dove vive in completa autonomia (e fino a pochi giorni fa in compagnia del suo amato cane).

Classe ’22, è uno dei pochi testimoni diretti dei tempi della Seconda guerra mondiale le cui conseguenze ha vissuto sulla propria pelle: nato a Gorgognano, in tempi in cui “si faceva la fame, che voi ragazzi non ne avete un’idea”, fu prigioniero in Grecia per 30 mesi dal gennaio del ’42, fermatosi a Sarajevo, combatté con i partigiani jugoslavi. Tornato a piedi dalla Jugoslavia, dopo aver visto molti suoi compagni perire in guerra, è tornato alle origini e, dopo aver cambiato frazione. Abita a Carteria da molti anni.

Con una lucidità incredibile, racconta la sua preoccupazione per l’attuale situazione politica nazionale: “Salvini mi ricorda tempi bui: infatti, è importante che la libertà faticosamente conquistata sia difesa. Allo stesso tempo, auspico però che il PD si dia da fare, a partire dai nostri territori, cercando di invertire l’avanzata dei populisti.”

Come si vive a Pianoro?

Si vive bene, è un buon paese, c’è tranquillità, nonostante quello che si dice in giro e tutte le dicerie sugli stranieri. Inoltre, quando ho avuto bisogno della sanità ho trovato risposte e i servizi di cui usufruisco funzionano.

Perché vota Franca Filippini?

Filippini non la conosco personalmente, anche se so che ricopre il ruolo di vicesindaco nella giunta di Minghetti.  Ero vicino di casa della sua famiglia, una famiglia radicata sul territorio, con sani principi. Inoltre, per i valori che rappresenta il CentroSinistra a Pianoro, l’attenzione che ha avuto questa giunta nel garantire i servizi ai cittadini, non ho dubbi su chi voterò.

Due giovani donne al voto

Erika Capaldi, lei è nata a Pianoro e vive qui da sempre. Come si trova?

Sì, sono nata qui. Io vivo bene a Pianoro perché è un paese molto tranquillo ed è abbastanza comodo se si vuole raggiungere il centro.

Cosa le piacerebbe che facesse il Comune di Pianoro per migliorare in termine di servizi?

Mi piacerebbe che i semafori fossero sempre funzionanti perché molte mattine li trovo spenti. Mi piacerebbero, inoltre, maggiori controlli stradali perché gli automobilisti sfrecciano veloci, passano col rosso e più volte ho rischiato di essere investita. Mi piacerebbero anche più servizi per i giovani come consultori, psicologi e sportelli sociali. Sarebbe bello anche che Rastignano fosse un po’ più viva.

Il voto si avvicina. Perché voterà Franca Filippini per il Centrosinistra?

Trovo le sue idee affini alle mie. Mi piace molto come persona e so che in questi anni, da amministratrice, si è data tanto da fare per il nostro territorio.

Alice Fortunati, 18 anni, per la prima volta al voto Perché sta bene a Pianoro? Cosa le piace del suo Comune?

Sinceramente non sono spesso a Pianoro, poiché il liceo mi porta più spesso a Bologna, quindi non ho un contatto continuo con il paese. Nonostante ciò ho frequentato elementari e medie qui e sono affezionata a questo ambiente.

Cosa le piacerebbe che facesse di più il suo Comune in termini di servizi?

Il problema principale, soprattutto nel mio caso particolare, è la connessione fra il Comune e le sue frazioni. Botteghino, di fatto, è quasi completamente scollegata (se non mi sbaglio c’è una sola corsa che porta a Pianoro al giorno) ed è quindi incredibilmente difficile per qualcuno, senza un proprio mezzo, raggiungere il centro.

Alice, è al suo primo voto, come si sente?

Non sono nervosa per il primo voto, soprattutto per le comunali dove tutto è abbastanza chiaro. Non mi provoca grandi emozioni ma sono felice di poter esprimere la mia opinione ufficialmente.

Perché voterà Franca Filippini alle prossime amministrative? Cosa si aspetta? 

Ho incontrato sia Franca che alcuni dei suoi candidati e mi sembrano persone affidabili e intelligenti. Penso anche che una squadra formata da giovani, ma guidata da qualcuno con esperienza sia un buon modo per dare un tono più fresco al nostro Comune.

Rita Zironi – Bar Valentina – “Franca mi piace, fa molto per il suo Comune”

Rita Zironi, proprietaria Bar Valentina, piazzetta Falcone Borsellino Pianoro

Perché ha scelto di vivere a Pianoro?

Sono nata a Pianoro vecchio, da una famiglia storica, la famiglia Rocca, poi quando mi sono sposata sono andata ad abitare nel Comune di Monzuno, ma la maggior parte del tempo la passo a Pianoro, quindi  quotidianamente usufruisco dei servizi pianoresi, perché sono sempre qui, anche il medico.

Sta bene a Pianoro?

Sto molto bene a Pianoro, perché si vive bene è un paese a misura d’uomo, con molti servizi, vicino alla città, infatti ho aperto due attività qui nel comune.

Cosa le piace del Comune nel quale lavora e svolge la sua attività?

La cosa sicuramente più bella del Comune di Pianoro è il suo territorio, viviamo ad un passo dalla città ma con tanto verde attorno; è un paese tranquillo, dove violenza e degrado non esistono.

Sono stata la prima ad aprire l’attività nel nuovo centro dopo la ristrutturazione, è stato rischioso ma ci credevo molto, ho investito tanto su questa attività e oggi dopo 10 anni dall’apertura posso ritenermi soddisfatta della scelta fatta; l’idea di ampliarci e spostarci dalla Piazza dei Martiri è stata motivata dal fatto che a mio parere le attività commerciali per funzionare debbano continuamente rinnovarsi, non si può stare seduti ad aspettare che qualcuno faccia qualcosa per te, bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare, perché il mondo si evolve continuamente.

Come per esempio il progetto che abbiamo avviato relativamente alla somministrazione dell’acqua gratuita, nata da una idea di mia nipote di 5 anni. Si tratta di eliminare la vendita delle bottigliette di plastica, proponendo l’acqua gratuita nelle caraffe di vetro anche a chi viene a pranzo, dando la possibilità di riempire gratuitamente la propria borraccia. L’idea funziona, bisogna investire in una pubblicità costruttiva, sana, che fa bene a tutti, per attirare anche nuova clientela più attenta e responsabile.

In vista delle prossime elezioni comunali cosa pensa della candidata sindaca Franca Filippini?

Franca mi piace molto. Se abitassi a Pianoro la voterei sicuramente, fa molto per il suo Comune; con lei condivido alcuni progetti soprattutto legati al Centro Giusti con il quale collaboro da anni. Con Franca e Andreina Cavazza (responsabile del Centro) organizziamo molti eventi ed attività, come l’iniziativa legata agli abiti da sposa e gli eventi estivi. Quest’anno organizzeremo alcune serate a tema: la serata pakistana, la serata africana, la serata messicana a seconda delle comunità presenti al Centro Giusti.

Roy Drusiani: “Il nuovo centro mi piace molto”

Roy Drusiani, proprietario di Bazaar Viaggi

Perché ha scelto di vivere a Pianoro?

Ho scelto di vivere a Pianoro perché nel 1990 ho aperto un’agenzia di viaggi a Rastignano e per comodità ho scelto di trasferirmi da Budrio e venire qui.

Cosa le piace del Comune?

A Pianoro sto molto bene, ho abitato in Via Morandi e adesso abito nella zona del Podere Riosto e mi trovo benissimo. I servizi sono ottimi, non ci sono problemi di sicurezza e per questo ho anche deciso, a ottobre 2018, di aprire la seconda agenzia di viaggi in Corso Esperanto nel nuovo centro di Pianoro. Pertanto conosco bene due realtà quella di Rastignano e quella del centro pianorese. Mi piacerebbe solo che il paese fosse un po’ più vivo.

Cosa le piacerebbe che facesse di più il Comune in termini di servizi?

A Pianoro la qualità della vita è molto buona, ci sono molti servizi e mi piacerebbe che il paese non venisse considerato solo come un “paese dormitorio” ma che ci fossero più attività soprattutto per i giovani. Noto che, una volta adulti, i ragazzi tendono a scappare da Pianoro perché non ci sono molti interessi. Mi piacerebbe che ci fossero più punti di aggregazione e ritrovo per i giovani senza doversi per forza spostare a Bologna. Mia figlia di 20 anni, ad esempio, ha spostato le sue amicizie e i suoi interessi su Bologna proprio perché Pianoro da questo punto di vista non ha molto da offrire, mi piacerebbe quindi che il Comune fosse un po’ più vivo, per il resto non ho di che lamentarmi.

 Cosa pensa del nuovo centro di Pianoro?

Il nuovo centro mi piace molto, con gli altri commercianti ho legato bene, e abbiamo deciso di organizzare alcuni eventi e iniziative.

Paolo Fresu, sostengo Franca ‘cittadina attiva’ 

Paolo Fresu, il jazzista che ha scelto Pianoro

Vive tra Pianoro, Parigi e la sua Sardegna dove è nato nel 1961. Abbiamo incontrato Paolo Fresu, trombettista, considerato una vera e propria icona del jazz italiano e internazionale.

Perché ha scelto di vivere a Pianoro?

Perché ci sto bene con la mia famiglia ed è una cittadina a misura d’uomo, con tanto verde e buoni servizi oltre che essere vicina a una città più grande come Bologna.

Perché sostiena Franca Filippini?

Perché ritengo che, oltre a garantire e accrescere i servizi di cui i pianorensi hanno bisogno, sia in grado di offrire attenzione verso quella politica sociale e culturale che sta venendo a mancare nel nostro paese. Del resto lo ha dimostrato più volte in questi anni in cui è stata vicesindaco e assessore. Partecipando attivamente alla vita di Pianoro da ‘cittadina attiva’ ancora prima che da amministratore con volontà, serietà e umiltà.

Samuele Polga: voterò Franca, pianorese doc

Pianoro con la sua tranquillità e la propria gente emana una brezza che mi scorre dentro facendomi sentire a casa. Sono nato a Pianoro e tutt’ora vivo qui. Considero il paese come la spalla su cui piangere, l’amico che ci sarà sempre, per me, pronto ad ascoltarmi. Vivo bene a Pianoro.

Mi piacerebbe vedere più eventi come mercatini, più corsi di formazione, più possibilità di praticare altri tipi di sport poco comuni.

Voterò Franca Filippini come sindaco, come amica e come donna: una pianorese purosangue con alle spalle una grande esperienza da consigliere comunale e attuale vicesindaco.

Persona deliziosa e piena di energie, con la testa sulle spalle, caratterizzata da una disponibilità verso tutti e tutto, senza limiti. Ho piena fiducia in lei e nelle sue capacità.

Samuele Polga

La guerra, la Resistenza, il fascismo

25 Aprile: giornata della Liberazione dell’Italia dall’inferno nazifascista; qualcuno sta cercando di impedirci di continuare a festeggiare questa ricorrenza così importante ma non si può cancellare la memoria, bisogna continuare a ricordare, a parlarne e insegnare alle nuove generazioni quello che è stato, che l’odio genera solo altro odio, che il Fascismo impediva non solo la vita ma anche il libero pensiero.

Prendiamoci qualche minuto per fermarci nei luoghi della memoria con un fiore, una bandiera, un fazzoletto per ricordare con riconoscenza e gratitudine chi ha dato la vita per noi e fu obbligato a fare la guerra per far sì che il paese fosse libero, perché come ha scritto Primo Levi nella prefazione di “Se questo è un uomo” quando il pregiudizio finisce col prevalere sul giudizio, al fondo della strada c’è il lager.

Vorrei riprendere le testimonianze di tre grandi uomini, simbolo di lotta e tenacia, orgoglio Pianorese; sono articoli scritti sul Punto di qualche anno fa, ma purtroppo questi tre nostri concittadini oggi non ci sono più e non possono scendere in piazza a raccontarci le loro storie e quello che hanno dovuto passare, ma ci hanno lasciato i loro racconti che noi dobbiamo custodire e tramandare.

Luciano Laurenti, detto Morgan, classe 1924, settima divisione della Brigata Garibaldi, superstite della prima repubblica democratica di Montefiorino, a sud di Parma, fondata dal Comandante Mario Ricci, detto Armando; un giovane militare ventenne che ha fatto la resistenza.

All’epoca dello scoppio della guerra ero molto giovane, andavo a scuola, mi piacevano le ragazze, avevo le normali aspettative di un  ragazzino di quell’età, non pensavo di certo che di lì a poco tutto sarebbe cambiato… quando iniziò il secondo conflitto mondiale non ne fui certo entusiasta, ero arruolato militare con il rischio di essere mandato a combattere al fronte, ma sbarcarono gli alleati americani, vi fu la firma dell’armistizio da parte del Generale Badoglio seguito poi dal proclama fascista di Mussolini che, liberato dai paracadutisti tedeschi, ricostituiva lo Stato fascista fondando la Repubblica di Salò, a quel punto si formò la mia coscienza politica, e la resistenza fu un passo spontaneo: sono diventato partigiano per non essere arruolato dai tedeschi.

Il proclama stabiliva che i soldati italiani che avevano abbandonato il loro comando dovevano ripresentarsi, chi non lo faceva sarebbe stato considerato un disertore, punito con la fucilazione o l’impiccagione; a quel punto decisi di scappare sulle montagne per unirmi agli altri disertori ad organizzare e realizzare la resistenza.

La nostra missione era quella di attaccare i convogli sulla linea Giardini, convogli diretti verso la Linea Gotica, dopo la Garfagnana, il nostro problema erano i rifornimenti di munizioni che mancavano, sempre.

Vi fu un tentativo di tregua da parte dei tedeschi, tregua che noi non accettammo… pertanto il 30 Luglio del 1944 i tedeschi ci attaccarono con due divisioni, circondandoci su tutti i fronti, abbiamo resistito per tre lunghi giorni, fino all’esaurimento di tutte le munizioni; non potevamo arrenderci, perché arrendersi avrebbe significato finire impiccati. Dopo aver subito molte perdite, la mia formazione guidata dal comandante Vincenzo Monti è riuscita a sfondare sulla linea Giardini, e dopo aver camminato a lungo tra i monti dell’Appennino modenese siamo giunti sul Monte Acuto delle Alpi, dove ha messo base la nostra formazione, mentre le altre formazioni si sono sparse un po’ ovunque sul territorio.

Partecipai alla liberazione di Vidiciatico e anche al tentativo di conquista di Montebelvedere, che nonostante il supporto dei soldati brasiliani nostri alleati, finì, purtroppo, con un esito negativo… successivamente chiesi il congedo.

Alcune immagini sono ancora nitide, ricordo bene i volti di alcuni amici e compagni, come il Comandante della nostra formazione Vincenzo Monti, con cui sono rimasto in buoni rapporti anche dopo la fine delle guerra, Torino e il Pistoia, soprannomi derivanti dal luogo di provenienza, amici persi sul campo, e anche una ragazza, una “staffetta”, molto graziosa, non l’ho mai più rivista, che mi confezionò un fazzoletto tricolore, sul quale aveva ricamato le lette B e G, Brigate Garibaldi, che conservo ancora oggi e indosso ogni 25 Aprile.

Estenio Mingozzi, Architetto poeta, scrittore, nipote del deputato socialista Gaetano Pilati, ucciso dai fascisti a Firenze nel 1925. Dopo l’8 Settembre deportato in Olanda e Polonia

Ricordi dai lager:

La mia bandiera era poco più piccola di un asciugamano…  decidemmo di preparare una bandiera perché volevamo essere i primi ad alzarla una volta usciti dal lager, prima dei francesi, dei polacchi, prima di tutti.

Per il bianco non vi furono problemi, una maglietta bianca ce l’avevamo tutti, anche per il rosso fu facile trovare qualcosa, ma il verde fu un dramma… avevamo trovato solo un paio di calzettoni di un alpino che avendo solo quel paio non li voleva certo cedere, allora facemmo una colletta, di patate, per comprare un paio di calzini bianchi da chi ne aveva due paia; ai calzettoni aggiungemmo poi un fazzoletto verde.

A quel tempo la lega non l’avevano ancora inventata, se no il verde non sarebbe stato un problema…

Cucivamo la bandiera di notte e di giorno la nascondevamo, sempre con la paura di essere scoperti dalle guardie, che se l’avessero trovata ci avrebbero puniti con la fucilazione…. Ma riuscimmo a cucirla e la prima bandiera che salì sulla torre del lager fu quella Italiana.

Enzo Zuffi (1951 al 1960 vice sindaco di Silvio Mucini e fino al 1966 con incarichi di Giunta):

Ricordare il 25 aprile, festa e vittoria della lotta antifascista e della lotta partigiana è una cosa grande che non possiamo dimenticare.

Credo che non solo una volta , ma tutti i giorni dell’anno andrebbe fatto, per ciò che essa ha rappresentato; per i milioni di uomini e donne del nostro paese.

Non dimenticare che le radici della nostra Repubblica, della nostra Costituzione.

I contenuti di essa come la libertà, la democrazia, l’uguaglianza fra gli uomini sono stati al centro della battaglia antifascista e partigiana.

Sono trascorsi oltre sessant’anni, più di mezzo secolo, ma episodi come questi ritengo non possiamo dimenticarli.

Il 28 Dicembre 1943, al poligono di tiro di Reggio Emilia venivano trucidati i sette fratelli Cervi, simbolo di una generazione che aveva scelto di prendere in mano le armi per restituire la libertà all’Italia.

Credo che sia utile ricordarlo e non dimenticare. Se dopo tanti anni ci sono ancora uomini al governo e nelle istituzioni che ritengono che non serva ricordare questo avvenimento una ragione c’è, ma credo anche che le forze democratiche che si riconoscono nei valori e nei contenuti che sono stati al centro della lotta di liberazione, debbano continuare a sostenere questi valori. Sessantasei anni fa la lotta di liberazione fece levar le armi in mano, ma lo fece per metter fine ad una guerra che aveva provocato milioni di morti, perchè il mondo non conoscesse più gli orrori di una guerra mondiale. La mia generazione sente ancora l’urlo di milioni di persone che in quei primi giorni di libertà gridavano <<mai più una guerra!>>. Con ciò che avviene nel mondo, dopo tanti anni sono convinto che faremmo bene a non dimenticare chi nell’autunno del 1943 salì in montagna per far sì che il mondo non vivesse più giorni così terribili. La Storia ci ha insegnato che la pace, la libertà, la democrazia, i diritti fondamentali dell’uomo, non sono conquiste che una volta ottenute valgono per sempre; vanno coltivate e alimentate di giorno in giorno.

Come quell’urlo di 66 anni fa che oggi ci sembra di nuovo così vicino e che non dev’essere dimenticato.

Non dimenticare mai che, chi oltre 60 anni fa fece la scelta di mettere in gioco la propria vita, lo fece perchè voleva costruire un paese capace di dare certezze, speranze di futuro a tutti gli italiani. Mi reputo orgoglioso di essere cittadino italiano e cittadino di Pianoro, dove la migliore gioventù scelse la resistenza. È in primo luogo grazie a loro se il nostro paese ha conosciuto uno sviluppo ed un progresso sociale, civile e democratico. Credo che tutti insieme dobbiamo fare unno sforzo a non dimenticare, soprattutto le nuove generazioni che guardano al loro futuro con poche certezze. Ricordare sempre queste gloriose pagine della nostra storia, della guerra di liberazione per far si che  questi valori siano motore della nostra storia e del nostro futuro.

 

W il 25 Aprile! W la resistenza! W l’Italia!

L’amico Nino ci ha lasciato

Ha deciso d’andarsene il giorno della ricorrenza della donna- l’8 marzo

Forse era destino che avvenisse in questa data. La donna per lui è sempre stata una figura significativa. La moglie che ha tanto amato e che lo ha lasciato prematuramente lo ha segnato profondamente, Quando parlava della sua mamma, ancora in vita, lo si vedeva raggiante nel ricordare il compimento dei 100 anni.

Uomo di grande personalità, sempre disponibile ad aiutare gli altri. Non c’era iniziativa benefica che non lo vedesse coinvolto. Non sapeva dire no, era sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà.

Durante il periodo estivo diventava il referente esclusivo per coloro che apprezzavano la sua produzione di frutta e verdura. Si arrabbiava tantissimo quando la stagione metereologica gli era avversa perché non poteva raccogliere i suoi prodotti.

Amante della cucina, era diventato un ottimo cuoco, specializzazione acquisita casualmente in un periodo della sua vita lavorativa; ha, infatti, saputo deliziare molte persone durante le iniziative benefiche, esprimendo tutta la sua capacità culinaria, raggiungendo l’apice con il piatto delle sue “crespelle” che lo rendevano “mitico” al cospetto dei commensali.

Era un grande organizzatore della cucina, ma se le cose non andavano come lui voleva si faceva sentire con un modo tutto suo.

Al sindacato dei pensionati SPI, sempre come volontario, ha dato tanto, prima come operatore alla tutela poi come referente del tesseramento e organizzatore delle gite per gli iscritti al sindacato SPI.

Per quattro anni consecutivi la Lega SPI di Pianoro, di cui lui faceva parte, ha raggiunto il 100% del tesseramento e quando è stato premiato dal Segretario nazionale dello SPI si vedeva quanto era orgoglioso di appartenere a questa organizzazione.

Questo era Nino, unico nel suo genere, con un cuore grandissimo, tanto grande che molto probabilmente proprio questo è stata la causa che lo ha fatto raggiungere prematuramente la moglie.

Ciao Nino ci mancherai, come mancherai ai tanti amici e parenti che ti hanno voluto bene. Riposa in pace.

 

Erio Frison, segretario della Lega SPI-CGIL di Pianoro

Gettone dal governo? Una mossa pre elettorale

Tempistiche strettissime e moltissimi aspetti critici: il decreto che assegna risorse ai Comuni, voluto dal Ministero dell’Interno, sembrava essere una nota positiva per le finanze della pubblica amministrazione ma appare più che altro una mossa pre-elettorale di difficile sfruttamento da parte degli enti locali. Un’abile mossa “acchiappa consenso” che rischia di diventare un boomerang.

Ma andiamo con ordine. Il 10 Gennaio 2019 il Ministero dell’Interno ha pubblicato il Decreto che assegna per l’anno 2019, ai comuni con meno di 20 mila abitanti, contributi per la realizzazione di investimenti di messa in sicurezza di edifici e infrastrutture come scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale.

Il contributo viene assegnato a tutti i comuni in misura differenziata sulla base della popolazione, pertanto il Comune di Pianoro, avendo una popolazione di circa 17.000 abitanti, ha diritto, secondo quanto stabilito dal Decreto in oggetto, ad un contributo di 100.000 euro.

Una cifra sicuramente non risolutiva per i tanti interventi di manutenzione straordinaria che ogni anno un comune come Pianoro deve affrontare, ma nemmeno irrisoria, che permetterebbe di realizzare qualche miglioramento strutturale soprattutto in termini di edilizia scolastica. Tutto vero se non fosse per le numerose criticità che emergono analizzando in modo puntuale il Decreto, che in realtà risulta di difficile attuazione soprattutto per le tempistiche imposte…

Prima di tutto il contributo, essendo stato assegnato il 22 Gennaio 2019 e dovendo avviare i lavori entro il 15 Maggio 2019, difficilmente potrà essere utilizzato per interventi strutturali sulle scuole perché come ben noto chiudono solo nel mese di giugno e per ragioni legate anche alla sicurezza degli studenti non si può intervenire negli edifici scolastici prima della loro chiusura per la pausa estiva.

In secondo luogo, per poter ricevere l’anticipo del 50% (50.000,00€) i lavori devono essere tassativamente avviati entro il 15 maggio 2019.

Infine, il restante 50% del contributo, erogato previa trasmissione del certificato di collaudo dell’opera, non è certo che venga erogato, perché potrebbe cambiare il Governo e quindi le disposizioni, pertanto il Comune fino al ricevimento del Saldo dovrà mettere a bilancio l’investimento e anticipare la cifra relativa.

L’attuale amministrazione comunale, nonostante le sopraccitate problematiche, ha già inserito il contributo di 100.000 euro nella variazione di bilancio per le annualità 2019 e 2020 – approvata nella seduta consigliare del 20/02/2019 con la maggioranza dei voti del Centrosinistra per Pianoro e del Gruppo Misto, mentre il Movimento 5 Stelle ha scelto l’astensione.

Tale importo verrà utilizzato per: aumentare la sicurezza stradale intervenendo su alcuni tratti della strada statale della Futa, migliorare la visibilità e l’illuminazione in prossimità di alcuni attraversamenti pedonali presenti sul territorio e potenziare la fruibilità di alcuni punti abbattendo le cosiddette “barriere architettoniche”.   Pertanto, ancora una volta va fatto un plauso ad un’amministrazione virtuosa e organizzata come quella di Pianoro che amministra con attenzione e responsabilità riuscendo ad utilizzare sempre le risorse disponibili.

Va inoltre ricordato, come sottolineato anche dal Sindaco Minghetti, che questi aiuti “una tantum” da parte dell’attuale Governo non danno la possibilità ai comuni di fare una programmazione annuale degli investimenti in modo sistematico cosa che invece era possibile fare con altri piani meglio studiati nei precedenti governi. Piani come il Sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni, che prevedeva un finanziamento triennale a disposizione dei Comuni per interventi sulle scuole, dei quali al momento, dall’attuale governo a conduzione Lega-Movimento 5 stelle, non si hanno più notizie.

I FINANZIAMENTI, QUELLI SERI…

Un piano attraverso il quale sono stati assegnati – attraverso il decreto legge n. 65 del governo di centro sinistra – al Comune di Pianoro oltre 116mila euro utilizzati nell’annualità 2017-2018 con i quali il Comune ha potuto attivare il servizio “Spazio Bimbi” in Ludoteca per due mattine alla settimana, implementare le ore di coordinamento pedagogico, ridurre sensibilmente la retta del nido calcolando in modo più puntuale il contributo per la mensa solo in base alle presenze dei bimbi a scuola e realizzare vari interventi di manutenzione straordinaria sugli edifici scolastici.  per l’annualità 2018-2019 sono stati assegnati ulteriori 95.941 euro che verranno utilizzati quest’anno per continuare ad attuare i servizi precedentemente elencati che in futuro bisognerà capire come poterli mantenere attivi in quanto la terza annualità (2019-2020) prevista dal decreto ad oggi non è ancora stata stanziata dal momento che il Decreto non è stato inserito nella manovra finanziaria dell’attuale governo.

di Francesca Benazzi

 

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